cresce la voglia di un Egitto democratico

8 giugno 2016 di: Marcella Geraci

Una morte ancora avvolta nell’oscurità, quella di Giulio Regeni, il ricercatore friulano appassionato di Medio Oriente, in Egitto per la sua tesi di dottorato sull’economia locale. Intanto si susseguono i flash mob e le adesioni alla campagna “Verità per Regeni”, organizzata da Amnesty International Italia e dal quotidiano La Repubblica per chiedere chiarezza su una morte barbara e atroce ancora senza risposte. Una morte che rischia di passare in secondo piano rispetto ad altre questioni individuate come priorità dal governo italiano, e che sembra comunque aver creato nel senso comune i dissapori e le ostilità della gente nei confronti dell’intero Egitto.

Ma leggendo i romanzi dello scrittore Ala Al-Aswani, Palazzo Yacoubian e Chicago, l’altro volto dell’Egitto si manifesta con forza e ritrae un paese che soffre per la mancanza di democrazia, considerata dallo scrittore originario del Cairo la causa prima del fanatismo e del terrorismo. Un paese in cui sono gli egiziani che lo abitano i primi a pagare lo stato di polizia che ha ucciso Regeni. Entrambi editi in Italia da Feltrinelli, i romanzi ritraggono l’Egitto raccontando di sesso e amori proibiti ma anche di fondamentalismo, potere arrogante e ipocrisia religiosa. Per i temi trattati Palazzo Yacoubian è stato pubblicato in Egitto solo nel 2002, dopo essere stato rifiutato da numerose case editrici per diventare poi il libro più venduto nel mondo arabo. Fra i personaggi più interessanti del romanzo, Taha al-Shadhli, il religiosissimo figlio del portiere che vuole entrare in polizia e che finirà invece arruolato fra le milizie islamiste.

Chicago è invece un piccolo Egitto nell’America scossa dagli attentati terroristici dell’11 settembre del 2001, animato da una comunità di egiziani che ruota intorno al dipartimento di Istologia dell’Università di Chicago. In quella che è la più grande metropoli dell’Illinois e dell’entroterra statunitense, le vite dei personaggi si intrecciano, combattute fra la cultura del paese d’origine e l’American way of life. Da entrambi i romanzi emerge quella voglia di cambiamento che ha caratterizzato una primavera araba, che ha suscitato l’interesse di Regeni e la partecipazione degli egiziani per un paese migliore.

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