chi ha paura degli animali

7 luglio 2016 di: Rita Annaloro

Da alcuni anni gli animali sono al centro di grosse battaglie di opinione che spesso, nell’immaginario collettivo, vanno ben al di là delle questioni cui accennano esplicitamente: mi ricordo ad esempio di un colossale flop elettorale di Mario Monti, evidentemente a disagio con cagnolino in grembo, nel corso di una popolare trasmissione televisiva tesa ad acquisire i consensi dell’aria moderata, poi tutte le guerre commerciali dalla mucca pazza ai polli, e la chiamata alle armi contro il massacro di foche, tigri, agnelli pasquali ed altro a distogliere l’attenzione dai genocidi e dalle guerre che da decenni si sono perpetrate ininterrottamente in Africa e Medioriente.

Molti benpensanti, non solo inglesi, sono davvero convinti che gli animali valgono più degli uomini, specie chi possiede tutto ciò che gli serve, e teme i meno fortunati e più affamati come possibili nemici. Non a caso l’esortazione di Papa Francesco a prendersi cura degli uomini più che degli animali è stata presa di mira dagli animalisti, che si sono affrettati ad accusare Bergoglio del crimine di mangiare carne, mentre in giro si sentono poche obiezioni sull’uso di droni a scopi bellici e lo scempio delle mine anti-uomo viene menzionato solo se si tratta di salvare Palmira.

«Siamo tutti uguali, potenzialmente tutti fratelli» continua a ribadire il Papa per riportare il suo gregge sulla retta via, ma qui nel nord-est qualcuno la pensa diversamente, e allora compaiono cartelli, dall’aspetto apparentemente innocuo, dell’associazione Royal Canin, pronta a dare consigli sui bisogni nutrizionali delle diverse razze, canine naturalmente e qualcuno, scherzando? affigge cartelli ai cancelli delle ville mettendo in guardia i malintenzionati dai….padroni dei cani.

A buon intenditor…poche parole, ma le immagini sono efficaci, o no? Ce l’ha insegnato proprio la Chiesa l’educazione delle masse attraverso le immagini, altrimenti chi mai avrebbe avuto paura dell’Inferno?

3 commenti su questo articolo:

  1. silvia scrive:

    Verissimo, anche se la Chiesa proclama santi e non dannati…e nell’anno del Giubileo della Misericordia mi sembra giusto ricordarlo. Condivido in pieno l’articolo ed esprimo il mio profondo disagio nel vedere le pubblicità di cibo per animali domestici in cui vengono proposte di volta in volta prelibatezze sempre più raffinate per palati annoiati ed esigenti. Sono amati e vezzeggiati dai padroni a tutto vantaggio di un florido filone commerciale. Forse sarebbe opportuno ristabilire le debite proporzioni come ricorda Papa Francesco.

  2. gemma scrive:

    La benedizione degli animali è una tradizione nata nel Medioevo in terra tedesca, quando era consuetudine che ogni villaggio allevasse un maiale destinato all’ospedale, dove svolgevano il loro servizio i monaci di sant’Antonio. Gli animali che popolano il cielo, la terra e il mare condividono lo spazio vitale della Terra con l’uomo. La storia della salvezza dalle acque del diluvio per mezzo dell’arca, ne vede la partecipazione al patto di alleanza con Noè; l’agnello pasquale ricorda la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto; Giona si è salvato dal naufragio grazie a un grande pesce;il profeta Elia è stato nutrito dai corvi;Tobia aveva come compagno un cane, come pure un cagnolino, accortosi della sofferenza di san Rocco ammalato di peste, gli portava un pezzo di pane tutti i giorni. Non sempre sono gli uomini che si prendono cura degli animali, spesso è il contrario, senza interessi….

  3. Susanna scrive:

    Siamo dunque passati dal “cave canem” degli antichi romani al “cave dominum” degli attuali proprietari di animali? Mi sembra un passaggio che rispecchia una società in cui né gli animali né gli uomini se la passano bene.

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