a proposito di scuola, la solita baraonda

4 ottobre 2016 di: Magdalena Marini

Doveva essere l’anno della svolta e della semplificazione nei sistemi di assunzione all’interno delle scuole. E invece l’anno scolastico è iniziato nella solita baraonda: docenti nominati a lezioni già cominciate e un caotico via vai di insegnanti in una stessa scuola. Il nuovo sistema di nomine per coprire i posti vacanti, da quelli degli organici di potenziamento dei singoli istituti a quelli di sostegno a quelli ordinari, introdotto dalla riforma della “Buona Scuola” ha proposto da un lato, un maxi piano di assunzione dei docenti su tutto il territorio nazionale, suddiviso in più fasi, dall’altro, con il concorsone, ha arruolato docenti nelle varie classi di concorso da completare in tre anni.

Da quest’anno le scuole hanno pubblicato sui propri siti le disponibilità di posti con allegati i profili delle competenze richieste. Sono tantissimi i docenti precari assunti a tempo indeterminato nelle scuole. Le ultime nomine da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale sono arrivate con la scelta della sede di insegnanti di scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado, su posti di organico potenziato, chiesti dai Dirigenti Scolastici degli Istituti comprensivi e Istituti superiori per l’ampliamento dell’Offerta formativa e per particolari esigenze dell’Istituto.

Il piano straordinario di assunzioni era stato determinato dalla sentenza della Corte di giustizia europea per ovviare alla consuetudine della scuola italiana di assumere docenti in settembre per poi licenziarli in giugno e richiamarli al lavoro tre mesi dopo. In pratica, però, il problema dell’instabilità delle cattedre è rimasto tale poiché quasi tutti i docenti che hanno preso servizio lontano dalla propria città, hanno chiesto, e spessissimo ottenuto, assegnazione provvisoria o utilizzazione per un anno scolastico nel proprio comune o provincia o regione di provenienza. I tempi dilatati nelle procedure stanno penalizzando, in particolare, gli alunni per i quali sono previsti gli insegnanti di sostegno.

Conclusione: docenti di ruolo assegnati provvisoriamente o utilizzati NON sul proprio posto e docenti precari nominati SUPPLENTI dei titolari, come sempre…Una vera e propria baraonda, un andirivieni assolutamente disordinato, nonostante la prima campanella sia suonata già da due settimane….. Per far fronte all’emergenza, nelle diverse scuole sono stati proposti in questi giorni orari scolastici “assolutamente provvisori” e in continua evoluzione e trasformazione. É innegabile come il meccanismo della mobilità dei docenti e delle assegnazioni provvisorie abbia penalizzato, di fatto, le sedi poco ambite dal personale docente. Eppure il 2016 doveva essere l’anno della speranza, l’anno della svolta e del superamento, almeno parziale, del problema annoso delle carenze di organico negli istituti scolastici.

4 commenti su questo articolo:

  1. valentina scrive:

    insomma i supplenti sono diventati titolari e hanno lasciato il posto ad altri supplenti….è così?

  2. marcella scrive:

    Articolo interessante…Il solito caos

  3. Loris scrive:

    Non solo la legge 107/2015 non ha risolto il precariato, con i contratti triennali per tutti i docenti ha di fatto precarizzato tutti e sta procedendo all’ELIMINAZIONE di migliaia e migliaia di abilitati che lavorano da anni nella scuola ai quali verrà definitivamente sbarrata la strada dell’insegnamento per evitare l’obbligo di assunzione dopo contratti reiterati. Niente paura, si possono fare i concorsi. Peccato che i posti che mettono in palio sono spesso pochissimi e che con la novità della clausola del 10% solo questa percentuale di idonei potrà sperare di essere assunto nel giro di tre anni, altrimenti tanti saluti, come agli altri che, pur meritevoli, non hanno avuto la fortuna di rientrare nelle quote prestabilite Pensate che a rimetterci siano solo i lavoratori? Provate a chiedere agli studenti.

  4. Gabriele scrive:

    Speriamo che gli organi competenti si ricordino sempre che in tutti questi “spostamenti” hanno a che fare con esseri umani da tutelare, soprattutto quelli che ci rimettono indirettamente: gli studenti.
    In ogni momento della vita ci si dovrebbe ricordare che non siamo pezzi di puzzle da incastrare a piacimento.

    Nell’attesa e nella speranza che il mare in tempesta si calmi, gli insegnanti si ricordino di essere professionisti: sarebbe bello, da parte loro, non far trasparire nemmeno per un istante a lezione la voglia di essere in un altro posto!

    Nel bene o nel male, buon anno scolastico a tutti!

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