concerto per Luca Flores

22 ottobre 2016 di: Rosanna Pirajno

Non ho titoli per parlare di musica, se non un bonus da ascoltatrice di lungo corso che deve la confidenza con la buona musica, pensate un po’, al proprio Prof di Greco al liceo in anni lontani. Con questo lieve accredito mi accingo quindi a raccontare il concerto per Luca Flores, che si è tenuto il 19 sera al Teatro Santa Cecilia, organizzato dalla Fondazione The Brass Group e Woz Lab con la cura e direzione artistica di Domenico Cogliandro, che ha smosso mezzo mondo per far venire i tanti musicisti che sono saliti sul palco a rendere omaggio a questa figura di valente, geniale e sfortunato, musicista.

Non avevo mai sentito il suo nome prima di qualche giorno fa, quando me ne parlò Domenico Cogliandro invitandomi a prendere visione del materiale che riguardava l’artista e l’uomo Luca Flores: quindi apprendo che la sua vicenda umana e musicale è stata narrata da Walter Veltroni, sì proprio il politico appassionato di jazz e “uomo sensibile” come lo definisce un amico Maestro di musica, nel libro “Il disco del mondo”, dal regista Riccardo Milani nel film “Piano, solo” con un intenso Kim Rossi Stuart, dal cantautore Simone Cristicchi che gli ha dedicato la canzone “4 minuti e 28 secondi how far can you fly” prendendo spunto da una delle ultime composizioni di Luca della durata appunto di 4’ e 28’’, da altri musicisti compositori che alla notizia della sua morte – avvenuta per suicidio nel 1995, a soli 38 anni – hanno composto brani musicali e canzoni che hanno eseguito, tutti presenti per puro amore in risposta all’appello di Cogliandro e del Brass, al concerto di Palermo. A Palermo era nato, quasi per caso essendo poi vissuto stabilmente a Firenze con la famiglia, nel 1956 e nella città natale gli sarà a breve dedicato un minuscolo giardino a seguito della petizione sottoscritta da centinaia di “amici di Luca” riuniti sul web.

Luca Flores è stato un pianista straordinario, da quel che ho sentito delle registrazioni originali che si trovano su youtube e che nel film hanno fatto da colonna sonora, è stato un compositore raffinato e sensibile ed un docente capace di grande afflato, come abbiamo sentito dalla voce di Stefano Bollani che gli fu allievo.

Ebbe una vita intensa, ricca di soddisfazioni professionali non essendo passato inosservato il suo talento, ma in lui prevalse, fino all’annullamento di sé, il tormento della tragedia in cui perse la vita, lui bambino, la madre adorata e il sogno di serenità di cui lo aveva nutrito.

Chi non lo conosceva, chi non aveva avuto occasione di sentirlo in vita e neppure dopo la sua scomparsa, chi niente sapeva del musicista dal grande talento, come me, ha avuto modo di sentire con quanto affetto, con quanta stima, con quanta sollecitudine, con quanti sentimenti un nutrito gruppo di musicisti – tra cui cito Enrico Pierannunzi e Barbara Casini scusandomi con tutti gli altri, bravissimi – ha risposto all’appello di Domenico Cogliandro per ricordare, nella ricorrenza del suo compleanno e nella città in cui nacque anche una sorella, presente con il fratello, per ricordare Luca Flores: «artista che fa vibrare l’anima dell’ascoltatore con le sue composizioni», come è stato definito. Come Luca, gli artisti musicisti hanno toccato l’animo degli ascoltatori attraverso il linguaggio della musica, l’unico che raggiunga animo e mente senza intermediazioni.

1 commento su questo articolo:

  1. Rita scrive:

    ho scoperto Luca Flores grazie al film, bellissimo, e ho poi cercato la sua musica, che ho ascoltato per anni
    assiduamente, come qualcosa di familiare. Non sapevo fosse nato a Palermo, grazie del bell’articolo.

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