ricerca scomparsi, a che punto siamo col progetto

9 ottobre 2016 di: Federica Aluzzo

Sempre più allarmante, e crescente in maniera esponenziale, il fenomeno delle persone scomparse non solo in Italia ma in tutta Europa, accentuato dai casi dei migranti ed in particolare dei minori stranieri non accompagnati che decidono di lasciare i loro paesi per raggiungere l’Europa.

Il 26 settembre a Palermo è stata fatta un’attenta analisi della situazione in occasione della presentazione dei risultati del progetto Mediterranean Missing, condotto da Simon Robins del centro per lo studio applicato dei diritti umani dell’Università di York e da Iosif Kovras della City Unversity di Londra. Moderato dalla responsabile italiana Giorgia Mirto ed in presenza del Sindaco Leoluca Orlando e il Commissario straordinario Piscitelli, l’ispettore Angelo Milazzo della Procura di Siracusa e tante autorità prestigiose come Prefetti e Medici Legali.

Da tre anni il Comune di Palermo con il Sindaco, nonché Presidente di ANCI Sicilia, Leoluca Orlando segue con attenzione i familiari delle persone scomparse in Sicilia, avendo fatto numerose assemblee, incontri, campagne di sensibilizzazione, diverse mozioni ed atti presentati dalla Consigliera comunale Federica Aluzzo, sino all’ultimo incontro privato avvenuto al Ministero dell’Interno tra Sindaco Orlando, Consigliera Aluzzo con il Commissario straordinario per le persone scomparse, il Prefetto Vittorio Piscitelli e il Vicario, in presenza del Generale Luciano Garofano che da sempre ha seguito e contribuito a sviluppare il progetto siciliano.

Il risultato del lavoro portato avanti in questi tre anni dal team suddetto, si sta concretizzando con la creazione di un protocollo d’intesa tra varie Istituzioni del Comune di Palermo, regionali e nazionali che insieme dovranno affrontare questo fenomeno.

Grazie al lavoro dell’ufficio del Commissario Piscitelli, grandi passi avanti sono stati fatti dall’Italia sull’identificazione dei cadaveri con metodi che ci hanno dato prestigio a livello internazionale; si sta lavorando per raggiungere altrettanta efficacia nella fase della ricerca degli scomparsi, e la nostra proposta è quella di mettere in campo un nucleo interforze dotato di personale specializzato e strumentazione all’avanguardia, nel pieno rispetto del Piano Speditivo Provinciale, per cogliere, in maniera tempestiva, l’obiettivo del ritrovamento. I dati di persone scomparse sono allarmanti anche perché, nell’80% dei casi, si tratta di minori.

Dal 1974 in poi in Italia si contano 39.234 scomparsi: i minori scomparsi 25.993, maggiorenni 11.911 e ultra 65enni 1.330. Di questi 39.234 ben 30.654 sono stranieri e 8.580 italiani e ben 24.014 sono stranieri minorenni.

In Sicilia dal 1974 ad oggi gli scomparsi sono 8.782 (22,39% degli scomparsi in Italia) di cui 7.286 minorenni, 1.360 maggiorenni e 136 ultra 65enni. 7380 sono stranieri e 1402 italiani, 6.946 stranieri minorenni. I cadaveri non identificati sono 1614.

Conferma Federica Aluzzo:

La scomparsa dei minori è molto preoccupante perché se è vero che gli adulti arrivano per altra destinazione e scappano, i minorenni sono molto più vulnerabili e sono disposti a tutto pur di proseguire il viaggio, rimanendo a volte vittime della tratta degli esseri umani, o arruolandosi nelle organizzazioni criminali o comunque diventando soggetti a sfruttamento e lavoro nero. Se si affidassero alle istituzioni sarebbero tutelati, ma risultano diffidenti forse perché pensano che per il trattato di Dublino non si possano allontanare dall’Italia. In Lazio, grazie al lavoro del Commissario straordinario, è già stato istituito un protocollo per affrontare questa fase pre-scomparsa. Sono soddisfatta che dopo tre anni siamo arrivati a concretizzare una bozza di Protocollo per Palermo, che permetta di creare un piano d’azione per affrontare al meglio il fenomeno degli scomparsi che, aggravato numericamente e moralmente dallo sbarco dei migranti, ormai non si deve considerare più un’emergenza, ma un fenomeno strutturale e come tale richiede un’azione ben strutturata. Potrebbe significare salvare vite umane, prevenire drammi traumatici, oltre che ridare dignità ad una persona che avrebbe un nome accanto al numero del cadavere.

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