io canto te

9 novembre 2016 di: Carlotta Bertini

Si sa la musica è medicina, leggerezza per la mente, gioia e partecipazione, benessere per il corpo. Si potrebbe pensare sia difficile tramite il suono, però, entrare in contatto con anime perse nella fantasia del non reale. Così è per chi ha abbandonato la cosi detta normalità e vola con il filo della ragione sgangherato nei corridoi delle alternative.

Non entreremo nelle considerazioni dolorose ed evidenti di Alda Merini che affermava: “…mi sono accorta che cantavo in una orchestra che non aveva voci”. Qui le voci ci sono.

lui, Arsene Duevi, maestro che arriva dal Togo, riesce a coinvolgere i ragazzi che trascorrono giornate nella comunità Anffas-Associazione famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale. Lui nero come l’ebano e la sua chitarra. Personalità e voce magica.

Si comincia col picchiettarsi il viso e poi si agitano le braccia, mollemente, liberamente. Si prende atto della propria fisicità. Poi attacca la chitarra e tutti quanti in un profondo ah, la la la..ah ehm bru… Sombrero. Raccontato così è roba senza senso, vissuto è l’inizio. Si canta tutti insieme Testa Dura, testo scritto da Arsene. Il tema è sociale, duro, attuale.

In fondo alla sala i quattro bassi provano. Alla tastiera un simpaticissimo personaggio con un lungo golf rosso va giù di brutto con ritmo sui tasti. Non ha mai studiato musica, è autodidatta con orecchio e occhio vivacissimo. Straordinario. Parla bene l’inglese. Ti viene da pensare: cosa gli sarà capitato? Alla percussione, e non ne sbaglia una, una ragazzina con sindrome di Down-minigonna e calze alla moda. Cika Bum Bum, Cika Bum. Ogni tanto un volto dolce e bello si infuria, grida, chiede attenzione.

Una piccola parte del Supercoro di Arsene è presente e supporto a questa jam session.

Solo uno tra i presenti rimane avvolto nelle sue nebbie. E’ tristissimo. Ti prende il cuore la sua infelicità. Si vorrebbe tendergli la mano. Manca il coraggio. Vince lui con la sua cupezza, perdo io con il timore di essergli estranea.

3 commenti su questo articolo:

  1. Piervi scrive:

    Tra le tue parole vedevo esattamente ciò che descrivevi in dettaglio; hai dato colore ad una tela bianca; hai come lanciato note a caso che si sono sistemate meravigliosamente sulle righe e sugli spazi del pentagramma, creando una stupenda sinfonia. Grazie grazie grazie

  2. Lalla scrive:

    Un articolo pieno di umanità. Encomiabile e prezioso.
    Carico di emozioni. Pieno di cuore, attenzione e cura.

  3. silvana scrive:

    Un articolo insolito, come stile contenuti che va oltre la notizia composta, ben scritta, ma dove l’emozione non c’è, chi scrive deve informare ma anche emozionare.

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