violenza degenere, un libro a Catania

4 novembre 2016 di: Marcella Geraci

A dispetto di quanto possano pensare in molti, la violenza sulle donne è un fenomeno interclassista che può essere agito dal libero professionista come da chi vive nella marginalità, vero e proprio dramma che attraversa tutti i gradini della scala sociale. Sempre a dispetto di ogni stereotipo in voga, spesso a fare violenza sono i membri della ristretta cerchia familiare della vittima più che gli estranei. Ma denunziare gli aggressori si può e si deve e il libro scritto a quattro mani dalle giornaliste Roberta Fuschi e Patrizia Maltese parte proprio dalle voci di chi ha avuto la forza di ribellarsi al proprio aguzzino, padre, fratello o partner, intraprendendo un percorso di autocoscienza.

“Violenza degenere, storie di donne che hanno sconfitto la paura” è il titolo del testo edito a Catania nel 2015 da Villaggio Maori, con prefazione della sociologa Graziella Priulla. Roberta e Patrizia hanno raccolto le testimonianze delle donne del centro antiviolenza Thamaia di Catania ma hanno anche fatto il punto sulla legislazione in materia di violenza domestica e raccontato la storia del centro catanese dal 2001 ad oggi. Una storia dove non mancano l’insufficienza dei fondi a sostegno della lotta contro la violenza e il superlavoro delle operatrici, anni e anni di impegno, fatica, lotte ma anche soddisfazioni per il supporto fornito a chi è riuscita a sottrarsi ad un inferno quotidiano fatto di botte, abusi e prevaricazioni.

Il libro è molto utile a chi vuole saperne di più su un fenomeno che quasi ogni giorno balza tristemente agli onori delle cronache, ed è utile a quante e quanti lavorano per prevenirlo e contrastarlo. Ma soprattutto il libro è utile alle donne che vivono questo problema, a casa, sul lavoro e dovunque ci sia un uomo che decida di renderle vittime.

1 commento su questo articolo:

  1. gemma scrive:

    un tempo c’era la pornografia: nelle edicole si esponevano giornali con la copertina raffigurante donne ammiccanti svestite, si proponevano film commedia all’italiana scollacciati e con ripetute scene di docce e spogliarelli al femminile, programmi notturni televisivi per coloro che preferivano il sesso virtuale a quello reale….adesso le proposte sono a sfondo criminale, programmi e documentari sui crimini nei minimi particolari, serie televisive poliziesche con tutti i dettagli, intrattenimenti televisivi con avvocati, criminologi, presentatori morbosi che si vantano di scoop sensazionali….tutto questo è da denunciare perchè, certamente, non è il modo migliore per aiutare chi subisce violenza!

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