bisogna saper perdere, un libro e un ammonimento

15 dicembre 2016 di: Anna Trapani

Bisogna saper perdere. Sconfitte, congiure e tradimenti in politica da De Gasperi a Renzi, edito da Bollati Boringhieri, è un lavoro a quattro mani: Filippo Maria Battaglia, giornalista palermitano di SkyTG24 non è nuovo a queste pubblicazioni sulla Casta e sulle varie vicende della politica italiana – ricordiamo Lei non sa chi ero io! La nascita della Casta in Italia, e Stai zitta e va’ in cucina. Breve storia del maschilismo in politica da Togliatti a Grillo – qui però firma l’opera insieme a Paolo Volterra, capo della redazione politica di SkyTG24.

Diciamo subito che si tratta della migliore pubblicazione tra le tre citate perché più politica e meno macchiettistica, benché non manchino affermazioni politiche che non ci sentiamo di condividere, per esempio quando parla di “partito delle procure”, o di “dittatura delle sinistre”, o del “colpo di stato di Giorgio Napolitano (e di Matteo Renzi)”. Lo stesso dicasi per il capitolo che ha tutto l’aspetto di un omaggio al Cavaliere, poiché raccoglie parti di discorsi, interviste, dichiarazioni di Silvio Berlusconi nel corso dei suoi vent’anni di politica sistemate in modo tale da sembrare un unico discorso «con l’unico obiettivo di ricreare un monologo surreale eppure, ad avviso degli autori, a suo modo rappresentativo».

Rappresentativo di cosa? Di un ventennio di politica approssimativa, dannosa e fallimentare? Pensiamo che gli autori potevano risparmiarcelo. Per il resto il libro si svolge tra voltafaccia tipici della politica nostrana, fatti eclatanti come il referendum su Monarchia o Repubblica, e frasi in perfetto politichese ad hoc per negare, o quanto meno camuffare, le sconfitte della politica che di volta in volta toccano tutte le parti in causa. Ricordiamo così la “sostanziale tenuta”, il “successo marginale”, il “segnale da non sottovalutare”, la “piccola flessione” fino al bersaniano “abbiamo non vinto”. La questione ha radici antiche e parte dal governo Parri, il partigiano (nome di battaglia Maurizio) che osteggiato dalla destra viene abbandonato al suo destino pure dalle sinistre.

Ma il fatto più clamoroso, quello che fa parlare subito di brogli, avviene il 2 e 3 giugno del 1946 quando 25 milioni di italiani votano per decidere se l’Italia resterà una monarchia o diventerà una Repubblica. Il 18 giugno il risultato è incontrovertibile: 10.719.284 voti per la monarchia e 12.717.924 per la Repubblica.. Ma intanto le voci di brogli si erano moltiplicate. Passando a giorni a noi più recenti, vengono segnalate le amare sconfitte di De Mita, Fanfani, Prodi, l’unico però che sia riuscito per ben due volte a battere Berlusconi. Alcuni machiavellicamente riescono,  pur sconfitti anche all’interno del proprio partito, a mantenere però un vero controllo di poltrone e incarichi. Che dire, infatti, del sempre presente D’Alema? Nella rassegna non viene certo dimenticato Bettino Craxi e il suo addio dalla Tunisia. Si arriva così, dopo varie sconfitte e vittorie, alla discesa in politica di Matteo Renzi. Ma questa è storia di oggi e forse farà parte, chissà, di una ulteriore pubblicazione. Il libro si chiude con un interessante panorama: il ricambio dei politici in Italia e all’estero. Altro pregio della pubblicazione è la scrupolosa bibliografia che chiude ogni capitolo. Libri, quotidiani, riviste sono minuziosamente segnalati a favore dei lettori più attenti.

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