La scuola è fatica, impegno. E le regole che fine hanno fatto?

20 gennaio 2017 di: Magdalena Marini

Siamo tutti scossi per il delitto avvenuto nel ferrarese per mano di due adolescenti, apparentemente normali, per motivi legati allo scarso rendimento scolastico del figlio delle vittime.

Secondo Vittorino Andreoli: «La scuola è sempre più fonte di conflitto familiare. Specie in situazioni, tutt’altro che rare, in cui c’è un’identificazione molto forte dei genitori con i figli: quasi che il voto basso fosse recepito come un giudizio negativo sulla capacità di essere padri e madri. Tutto ciò si traduce in un aumento della pressione e dell’ansia che compensano la difficoltà di far crescere i figli».

Tanti sono i ragazzi che oggi mal sopportano e non ascoltano l’autorità, la vivono come un’imposizione, non tollerano regole percepite come ferree ed autoritarie, pensano di poter fare tutto quello che vogliono, di poter eliminare, come si fa in un videogioco, tutto ciò che ostacola il proprio campo di azione. Sembra che famiglia e scuola abbiano perso autorevolezza imponendo divieti senza però farne capire le ragioni e senza insegnare come affrontarli. Alcuni genitori proibiscono e basta, altri sono permissivi, magari per eccesso di protezione, o semplicemente per paura di essere troppo severi, avendo a loro volta subito un’educazione troppo rigida.

Oggi i figli non riconoscono più l’autorità genitoriale e per gli alunni si è accorciata la distanza tra cattedra e banco. L’adulto viene percepito come qualcuno da sfidare e dal quale pretendere e basta. Parlano solo di diritti, mai di doveri, sono convinti che tutto sia possibile, tutto sia ammesso, tutto si faccia in un attimo. La scuola va di pari passo con i tempi ed è in continua evoluzione, la società si trasforma in modo troppo veloce. Molte famiglie, per tantissime ragioni, sono sgretolate, il rapporto tra docenti e famiglia quando non è sinergico, limita l’autorevolezza e la credibilità degli insegnanti.…..E così un adolescente si trova a dover affrontare gli ostacoli da solo e, in molti casi, a non saperli superare: si sofferma poco sugli avvenimenti, non sviluppa il senso del dovere, non considera quanto sia necessario impegnarsi per ricoprire il proprio ruolo di studente oggi e di cittadino domani e, soprattutto, non riflette su quanto sia importante il rispetto delle regole che dovrebbero essere, in campo sia familiare che scolastico, poche, chiare e condivise.

La maturità dei genitori, la formazione e la preparazione degli insegnanti, la professionalità, la sicurezza degli adulti di riferimento, l’esempio, la capacità di ascolto, sono condizioni fondamentali per trasmettere conoscenze ma anche per comprendere situazioni di malessere psico-fisico, comportamenti o atteggiamenti inadeguati al vivere civile e intervenire, all’occorrenza, in modo opportuno ed efficace.

9 commenti su questo articolo:

  1. Nuccia scrive:

    Siamo arrivati al limite, non si ama nessuno, solo se stessi….ciò che ci ostacola lo eliminiamo.Questo ragazzo uccide i genitori per il semplice fatto che non c’era comunicazione con loro e neanche con gli insegnanti. Dovremmo comunque tutti quanti fermarci e metterci in discussione e cercare di capire che è inutile correre…..

    • teodoro scrive:

      è incredibil che un ragazzo sia arrivato ad uccidere i genitori perchè non eran contenti dei suoi risultati scolastici
      e viene da pensare che questo ragazzo abbia grossi problemi di relazione con la propria famiglia e tutte le persoone adulte.

  2. edoardo scrive:

    le regole vanno rispettate e sono di fondamentale importanza perche ormai i ragazzi fanno tutto quello che gli va …questa purtroppo è la realtà

  3. Lorenzo scrive:

    Io penso che le regole siano molto importanti in tutti i sensi , sia nella vita scolastica e quella familiare. Un ragazzo deve impegnarsi a rispettarle , perchè nel futuro gli potrebbero servire. I genitori e gli insegnanti ci avvertono dei rischi che si corrono in generale e poi sta a noi capirne l’importanza.

  4. Tommaso scrive:

    sono d’accordo con Nuccia, per me il rapporto con gli insegnanti è fondamentale perchè così per l’alunno è più facile rapportarsi, non solo allo studio,ma anche al mondo.

  5. Marta scrive:

    In questi giorni di emergenza assistiamo alla voglia di vivere e di sopravvivere di tante vittime del terremoto e della neve, alla solidarietà e l’impegno di operatori e volontari che lavorano in situazioni veramente difficili con passione e professionalità. Quando lo spirito di corpo agisce in modo altruistico, quando si esce dal proprio microcosmo, quando il senso di ciò che si fa assume un significato profondo, l’agire umano si orienta a favore (e non contro) la vita.

  6. Franco scrive:

    Il problema è alla base. Non sono solo i ragazzi a non esser educati ma anche coloro che l’educazione dovrebbero insegnarla, mi riferisco, dunque, sia ai docenti che ai genitori di cui i ragazzi “percepiscono” l’inadeguatezza. Non ci sono regole che tengano se chi dovrebbe trasmetterle non sa farlo. Non mi riferisco alle vittime in questione ma, purtroppo, tali ruoli sono sempre più spesso ricoperti da persone spinte da fattori troppo distanti da quella che dovrebbe essere la vocazione e la passione nell’educare.

  7. Grazia scrive:

    Stop alla cronaca nera in TV dice Fiorello, invitando a lasciare la cronaca nera solo ai TG invece di riempire talk show in tutti gli orari. La cronaca nera, dice Timperi, è come il gatto spiaccicato per stada che tutti dicono che fa schifo però lo guardano. Fare l’intrattenimento con il morto non è fare televisione. La morbosità porta a indugiare sui dettagli, senza dare informazioni realmente utili e aggiuntive. Ormai c’è una confusione di ruoli, di programmi giornalistici e no… responsabilità o meno la società si sta brutalizzando, sta diventando sempre più violenta.

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