Magari avessimo élite contro cui ribellarci dal “Corriere della Sera” del 05.03.17

5 marzo 2017 di: Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

lei da anni scrive che il segno del nostro tempo è la rivolta contro le élite. Vedo che ora è molto critico con Trump. Ma Trump fa parte dello spirito del nostro tempo. E la ribellione contro le élite finalmente è arrivata anche in Italia.

Alberto Castellani Torino

Caro Alberto,

La grande questione del nostro Paese è la separazione tra ricchezza e lavoro. Il lavoro è troppo tassato, le aziende si trascinano dietro la zavorra del Fisco e della burocrazia; i soldi si fanno con altri soldi, con le speculazioni e le rendite. Non a caso molti imprenditori anche di successo vendono, e gli eredi si rilassano. Ne deriva anche la separazione tra ricchezza e cultura. Molte persone colte sono povere, non solo di soldi ma di opportunità, perché investiamo poco in ricerca e istruzione e l’industria culturale è asfittica, anche per scarsità di consumatori; e molte persone ricche non hanno cultura né sono interessate ad averne.

L’Italia è un Paese senza élite perché chi sta in alto e chi sta in basso pensa e sente allo stesso modo. In certi ambienti romani di miliardari lei, caro Alberto, sentirà gli stessi discorsi, con lo stesso accento e le stesse espressioni dialettali che può sentire nella suburra. E la mentalità è la stessa, improntata al massimo disprezzo per lo Stato e il bene comune. Questo non significa che l’Italia non sia un Paese classista, anzi. L’ascensore sociale è fermo, la ricchezza viene «estratta» dai patrimoni di famiglia più che prodotta. E questa mancanza di dinamismo fa sì che il principale criterio di selezione della classe dirigente sia la mediocrità, all’apparenza rassicurante, in realtà deleteria. I picchi di eccellenza vengono prontamente piallati e invischiati nella rete dei legami familiari e delle relazioni personali. La protesta e la ribellione possono essere salutari, ma diventano sterili quando ci si ribella contro qualcosa che non c’è; e si finisce per trovare non obiettivi polemici, ma capri espiatori.

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