classici che parlano dell’oggi

7 maggio 2017 di: Egle Palazzolo

Si è aperta ieri a Siracusa la stagione 2017 delle rappresentazioni classiche al teatro greco, in cui si alterneranno I sette contro Tebe di Eschilo, con la regia di Marco Baliani, e Fenicie di Euripide diretta da Valerio Binasco, più Le rane di Aristofane con la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Storie e situazioni vecchie di millenni, eppure ancora oggi ammantate di amara attualità.

Ne “I sette contro Tebe” è la città, Tebe appunto, protagonista. Conquistarne il regno per Polinice vuol dire Potere e Vittoria, più ancora che Giustizia, e altrettanto per il fratello Eteocle che gli resisterà sino alla morte di entrambi. La storia della guerra fratricida narrata da Eschilo (che assai bene fece riecheggiare Mario Martone nel suo film Teatro di guerra) contiene, come sempre capita di avvertire di fronte alla messa in scena di una tragedia greca, i punti chiave della vita dell’uomo. Richiamarne l’attualità diviene spesso tentazione e anche rischio di numerosi registi che si misurano sulle pietre dello splendido teatro antico.

E se si pone Tebe come nucleo centrale, rispetto alla incapacità caparbia dei due fratelli di valutare altra prospettiva che non sia la lotta estrema rispetto alla fredda misura delle leggi e alla pietà sacrificale di una sorella, Antigone, è perché in angolazione odierna è sotto gli occhi di tutti che vittime globali di una guerra (diciamo  una per tutte la Siria) divengono un territorio e la sua gente.

Quest’anno a Siracusa – e ne riparleremo dopo – il pacchetto si fa intenso con l’affresco delle “Fenicie” con il quale Euripide segnò e riassunse pagine salienti di una lotta di uomini, di una pretesa degli dei e tuttavia di una situazione “politica” scritta quattro secoli a.C. eppure a noi non oscura.

Più di un mese di spettacoli e registi come Baliani e Binasco, sotto l’occhio sapiente del direttore artistico Roberto Andò, aggiungeranno altro ancora al nostro rapporto col saliente mondo dei classici.

 

 

 

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