fa bene sperimentare il teatro “da fare”

15 maggio 2017 di: Daria D’Angelo

Stanislavskij, teorico e regista russo che tenne a battesimo il teatro moderno, ha approfondito il lato interiore della scena, chiedendo all’attore di portare sul palcoscenico la verità del proprio sentire. A lui si sono ispirate le scuole di teatro di tutto il mondo.

Negli ultimi anni si è verificata una vera e propria esplosione della passione per il teatro, e non solo per il teatro “da vedere” ma anche per il teatro come attività “da fare”. Io ho avuto modo di sperimentare personalmente la teoria del “a teatro ritrovo la vera me”, frequentando i corsi di teatro tenuti a Palermo da Rosalia Billeci. L’offerta è varia, anche a Palermo si sono moltiplicate associazioni, compagnie e scuole di teatro, dove moltissime persone, di ogni età, professione e ceto sociale, provano l’inebriante emozione dello stare sul palcoscenico. Si può dire che la teatro-terapia sia nata dall’eredità del teatro del Novecento e dalla psicanalisi. Non si tratta di psicodramma ma di un teatro vero e proprio capace di diventare, attraverso la recitazione, uno straordinario strumento d’introspezione. L’individuo che agisce sulla scena come attore, e il gruppo-teatro, rappresentano spesso un prototipo sociale di comunità in cui la persona riesce ad esprimere il proprio sé, tramite una inconsapevole indagine interiore che lo fa sentire libero e più centrato su se stesso.  In un’epoca come la nostra, in cui la vita si svolge molto nell’apparenza, nella produttività, nella proiezione sugli schermi, fare teatro ci rimette in contatto con la nostra corporeità. La teatro-terapia, muovendosi in questa direzione, offre a tutti, anche a coloro che vivono situazioni di disagio fisico o psicologico, la possibilità di confrontare le proprie difficoltà, ma anche le proprie emozioni, con altri “attori” e con il pubblico, riscoprendo se stessi in modo sempre nuovo, creativo e avvincente.

Oltre alla splendida sensazione di aggregazione e appartenenza ad un gruppo, fare teatro è un percorso continuo di conoscenza, un’indagine interiore, l’occasione per vincere alcuni blocchi emotivi e in qualche modo rafforzare anche l’autostima. La sensazione più bella è quella di essere contemporaneamente dentro se stessi e altrove, immedesimandosi in altre vite di cui si diventa portavoce. La scoperta è che le Vite si somigliano tutte profondamente perché contengono l’essenza di un’umanità che è patrimonio comune pur differenziandosi nelle sfaccettature di diverse individualità. Tutto e il contrario di tutto è dentro noi, anche potenzialmente, e accade, recitando, di scoprire anche in personaggi inimmaginabili, aspetti ignoti di noi stessi.

 

 

 

 

 

 

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