dell’equilibrio e dell’egoismo

4 giugno 2017 di: Ornella Papitto

La parola in questione è: equilibrio.

Ambito, atteso, sperato, disperato equilibrio.

Tutta la Natura sopravvive unicamente grazie all’equilibrio. L’essere umano, no. L’essere umano muore senza raggiungerlo. Chi mai può dire di sé di essere riuscita o riuscito a mantenere l’equilibrio, per almeno un mese? Quante volte lo perdiamo in una giornata? Il sintomo della sua perdita? Il fastidio, l’irritazione, la rabbia, la scomposizione di sé.

Noto, con un certo fastidio, che alcuni esseri umani, egoisti, nutrono la convinzione che il mantenimento del proprio equilibrio personale sia dovuto loro, gratis, cioè a spese di chi si prodiga, generosamente, a mantenerli in equilibrio.

Pessima convinzione che va smontata generosamente.

Se individuiamo un essere umano che si nutre della generosità, della prodigalità degli altri, lì, proprio lì, abbiamo finalmente individuato un fottuto egoista fottuto.

Sì per ben due volte. La parola non è elegante ma, poiché neanche le conseguenze delle loro azioni sono eleganti, ho preferito usare una parola largamente utilizzata e condivisa. La prima volta perché definisce un comportamento egoista e scorretto, la seconda volta perché finalmente l’essere umano è stato scoperto.

Esistono molte specie con questa doppia caratteristica.

Il nocciolo duro, quello che neanche la scissione può frantumare è l’egoismo. L’egoista non è soggetto a scissioni ma le produce negli altri, ampiamente.

Il sistema operativo lo ritrovo spesso già a partire da molte coppie: un essere umano egoista si nutre di un essere umano altruista, altrimenti perderebbe l’equilibrio, mentre l’altruista lo ha già perso nell’unione di coppia.

L’essere umano egoista “non deve chiedere mai”, deve essere capito al volo e immediatamente soddisfatto altrimenti l’espressione del suo viso si rabbuia, si incupisce, non si intristisce e l’essere umano generoso confonde il di lui rabbuiarsi, il di lui incupirsi, per tristezza e allora si prodiga, generosamente, a eliminare la falsa tristezza e rimane fregato, squilibrato, solo, perdente, impotente, triste, qui sì che ci vuole questa parola e mai, proprio mai, per l’egoista.

Eh? Ma questo corrotto meccanismo è applicato solo nelle coppie, nei gruppi, o anche nei sistemi sociali?

 

 

 

1 commento su questo articolo:

  1. gemma scrive:

    anche nei sistemi sociali, cara Ornella, nella scuola, per esempio, dove è pressochè impossibile trovare o mantenere un equilibrio tra nuove e vecchie generazioni, nuovi e vecchi metodi di insegnamento, nativi digitali e immigrati digitali, individualisti e primi della classe e moderatori che tamponano situazioni di mancata condivisione di intenti educativi……

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