omaggio a don Lorenzo Milani 

26 giugno 2017 di: Magdalena Marini

Ricordiamo il messaggio pedagogico che ci ha lasciato don Lorenzo Milani. Sono tantissime le classi in cui sono presenti studenti di nazionalità diverse con il loro vissuto scolastico, non sempre di successo, con disturbi di attenzione e di apprendimento, con difficoltà nella comunicazione e nella socializzazione. Riscontriamo questi problemi dal nord al sud, dal centro alla periferia dei paesi e delle città italiane. Il 20 giugno 2017 Papa Francesco ha reso omaggio a don Milani e a don Mazzolari per ricordare i preti “scomodi”, sacerdoti militanti al servizio degli ultimi.

Don Lorenzo Milani ha svolto la sua missione con coerenza, con durezza e carità. La sua schiettezza è stata male interpretata e, forse “punita “con il suo isolamento a Barbiana. È morto cinquanta anni fa, il 26 giugno 1967, e il Papa ha ricordato quel sacerdote che ha testimoniato la sua scelta cristiana difendendo la dignità delle persone, con una profonda passione educativa nei confronti dei suoi allievi di San Donato a Calenzano e, soprattutto, per quei ragazzi di Barbiana autori della famosa “Lettera a una professoressa”, sempre attuale e ricca di insegnamenti per tutti coloro che intraprendono o vivono la delicata professione di educatori e insegnanti.

La sintonia con don Lorenzo Milani è risultata evidente nelle parole del pontefice: “Ridare ai poveri la parola perché senza la parola non c’è libertà, dignità e giustizia: è la parola che potrà aprire la strada alla piena cittadinanza nella società”. Sono passati cinquanta anni e l’intuizione di don Milani è quanto mai attuale: “possedere la parola può permettere di discernere tra i tanti e spesso confusi messaggi che ci piovono addosso, può dare espressione alle nostre richieste di attenzione, come pure alle attese di giustizia e quella piena umanizzazione che rivendichiamo per ogni persona su questa terra, accanto al pane, alla casa, al lavoro, alla famiglia, fa parte anche il possesso della parola come strumento di libertà e di fraternità”.

7 commenti su questo articolo:

  1. Marta scrive:

    “I care”, ho a cuore, mi importa dell’altro. Dopo cinquant’anni dalla scomparsa del priore di Barbiana, anche Papa Francesco ha detto che bisogna prendersi cura del prossimo, ma senza buonismi ingenui, proprio come faceva don Milani. “I care”: con questo lui voleva dire ‘mi importa’. Insegnava che le cose si dovevano prendere sul serio. Questa frase scritta su un cartello all’ingresso della scuola di Barbiana, riassumeva le finalità di cura educativa di una scuola orientata a promuovere una forma concreta e realistica di attenzione all’altro.

  2. Rita S. scrive:

    Impariamo da Don Lorenzo Milani che lo studente, sia DSA sia straniero…che italiano, anche se apparentemente senza problemi, comunque va sempre sostenuto, apprezzato e valorizzato: è il nostro futuro e se non crediamo in lui non crederà in se stesso e potrebbe perdersi nella strada della sua vita futura…..

  3. Gabriele scrive:

    “I bambini non sono otri da riempire ma fiaccole da accendere”.

    Bello vedere come nella scuola di oggi il messaggio di una persona nata nel 1923 sia ancora attuale.

    Ricordo quando mia madre portò me e mio fratello alla scoperta di quei posti: sentivo che il Priore era vivo e poteva ancora comparire tra le mura di Barbiana…e la mia non era una paura di bambino ma una speranza (anche se me lo immaginavo con i tratti di Sergio Castellitto, che splendidamente interpretò il ruolo di Don Lorenzo in una fiction Rai)!

    Un saluto a tutti nella speranza che la scuola sia sempre meno “un ospedale che cura i sani e respinge i malati”.

  4. Nuccia scrive:

    Amare ciò che si fa ti ripaga anche dei dispiaceri e delle sofferenze che subisci nel farlo, ti dà la forza per andare avanti e lottare fino alla fine come don Milani

  5. Clara scrive:

    Sullo schermo che campeggiava nella sala, dove si è svolto un convegno sulle nuove strategie didattiche, a cui ho partecipato un mese fa, uno dei relatori, autore di testi per l’insegnamento della lingua italiana agli stranieri, ha voluto che fosse proiettata questa frase di Don Milani: “Ogni parola in meno oggi è un calcio in culo in più domani”.

  6. silvia scrive:

    Più volte Papa Francesco aveva ricordato come i pastori devono avere addosso l’odore delle pecore, concetto che ha nuovamente espresso volendo rendere omaggio alla memoria di questi due coraggiosi e scomodi “parroci di campagna”. La vita nell’Italia rurale di 50 anni fa era dura, contraddistinta da povertà ed analfabetismo. Sono le periferie, di ieri come quelle di oggi, da cui dobbiamo ripartire.

  7. Gemma scrive:

    Durante la messa Don Lorenzo Milani usava appendere una cartina che rappresentava l’antica Palestina in cui erano rappresentate tutte le tappe degli episodi del Vangelo. Poi con una bacchetta spiegava i passaggi della messa indicando i luoghi dove avvenivano i fatti celebrati…..”Con la mente aperta e il cuore accogliente”.

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