destra e sinistra, pari son nel grillinopensiero

31 luglio 2017 di: Marcella Geraci

Qualche anno fa c’era chi vedeva nel M5S un’àncora di salvezza che avrebbe evitato ad una destra populista e xenofoba di diventare egemone in Italia. C’era cioè chi vedeva nel movimento di Grillo una forza politica di rottura, di matrice composita, qualunquista forse ma non assimilabile alla destra di Salvini, alla quale avrebbe invece sottratto voti. Lo stesso Grillo ha fatto diverse volte notare come il suo movimento rappresenti un argine contro la deriva di destra. A suo dire.

Più passa il tempo, più questa chiave di lettura del movimento di Grillo mostra falle e manchevolezze nel voler comprendere la realtà delle cose. Perché il movimento creato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio si può definire di destra a tutti gli effetti?

Possiamo partire dai monologhi del comico Beppe Grillo, che non discute ma espelle, nel caso in cui si verifichino disaccordi con la linea ufficiale del movimento. Linea che, attraverso la rete, iscritti senza volto sono chiamati ad approvare. Possiamo proseguire elencando tante piccole cose, dette e fatte fino ad oggi: l’alleanza europea con Nigel Farange e la più recente astensione del M5S sullo Ius soli, ad esempio. O definire “liberticida” la legge che punisce la propaganda fascista, quando il fascismo non è esattamente un’opinione da dirsi con libertà ma un reato. E ancora le posizioni di Luigi Di Maio, quando dice che nel M5S c’è chi si rifà ai valori di Berlinguer, chi alla Dc e chi ad Almirante. O quando lo stesso Di Maio definisce le Ong “taxi del Mediterraneo” finanziate chissà da chi.

Possiamo citare ad esempio anche le parole della prima capogruppo alla Camera del Movimento, Roberta Lombardi, secondo la quale il fascismo, prima che degenerasse, aveva “un altissimo senso dello Stato e tutela della famiglia”. Possiamo continuare con l’apertura di Grillo ai militanti di Casa Pound o con i proclami di chiusura dei campi rom. Possiamo citare mille altri episodi che assimilano sempre più il M5S alla destra più estrema o decidere di affrontare il vero nodo della questione: perché in un Movimento che reputa superate le categorie di destra e sinistra, è possibile che si verifichi tutto questo?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2 commenti su questo articolo:

  1. Francesca scrive:

    Non ho mai visto il movimento 5stelle come un impedimento alla deriva fascista etc…al contrario ne ho percepito il pericolo fin dal suo nascere. Oggi tutto è chiaro e bisognerebbe essere sordi e ciechi a non vederne con chiarezza l’aspetto oscuro che evoca la peggiore destra. Altro che argine! Sono loro la destra, assimilabile a quella di Salvini che già conoscevamo. Sono fascisti e figli di fascisti. Basti pensare a Di Maio e Di Battista i cui padri rivendicano la propria appartenenza non alla destra storica, bensì al fascismo nella sua espressione più violenta. A me fa paura l’intero movimento e mi fa paura l’ignoranza dei suoi parlamentari, ignoranza, arroganza e violenza verbale. Spero che quanti ancora non hanno capito il pericolo se ne rendano conto. Se penso che la Sicilia rischia di cadere nelle mani dei 5stelle… c’è da non dormirci la notte

  2. Marcella Geraci scrive:

    Ho riletto il mio pezzo, alla luce del suo commento. Ho capito di essere stata forse morbida, ma la mia intenzione era quella di far ragionare quanti ancora pensano, a mio avviso sbagliando, che il M5S non appartenga alla destra. Concordo infine con quanto ha scritto e spero che si evinca dall’articolo. Grazie per aver commentato.

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