uscire da scuola da soli

23 ottobre 2017 di: Magdalena Marini

Per effetto di una sentenza della Cassazione conseguente alle morte di un bambino toscano, che nel 2003 fu investito da un autobus di linea all’esterno della propria scuola, la Scuola è responsabile in caso di incidente ad un alunno fuori dall’edificio scolastico, perché gli insegnanti hanno l’obbligo sia di assicurarsi che gli alunni siano saliti sul mezzo di trasporto per rientrare a casa, sia di aspettare i genitori, se in ritardo. Nelle scuole italiane molti dirigenti scolastici hanno comunicato alle famiglie che da quest’anno gli alunni minori di 14 anni non potranno uscire da scuola da soli. Si legge nella circolare diffusa in molti istituti: «nel codice penale è specificato che per i minori di 14 anni è prevista una presunzione assoluta di incapacità» e quindi, «chiunque abbandona una persona minore di anni 14 della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni». Per il pedagogista Daniele Novara, intervistato da un noto quotidiano, questa «circolare è un’idea balzana dettata dalla paura, dalla mancanza di responsabilità pedagogica e dalla burocratizzazione della scuola». In Italia solo il 30% dei ragazzini torna a casa da solo. Nel resto d’Europa si arriva al 90%.

Generalmente, all’inizio dell’anno scolastico, il genitore dell’alunno dichiara di essere a conoscenza degli orari delle lezioni della scuola frequentata dal proprio figlio e si impegna a prendere visione delle eventuali modifiche apportate all’orario nel corso dell’anno scolastico. Si impegna a istruire adeguatamente il figlio minore sul percorso e le cautele da seguire per raggiungere l’abitazione o il luogo di volta in volta indicato dalla scuola. Il genitore dichiara, in coscienza, di avere riscontrato che il figlio minore è ormai in grado di spostarsi autonomamente non essendo, fino al momento della dichiarazione, incorso in incidenti o problemi, avendo manifestato adeguata maturità psicologica, autonomia e capacità di evitare situazioni a rischio. Alla luce di tutto ciò ne autorizza l’uscita autonoma al termine giornaliero delle lezioni scolastiche, sollevando contestualmente il personale della stessa scuola da ogni responsabilità connessa con gli obblighi di vigilanza a partire da quel momento. Nelle grandi città, ma anche nei piccoli centri è dura! Molti sono infatti i genitori super impegnati in orari di lavoro spesso inconciliabili con l’entrata e l’uscita dei propri figli da scuola. Non sempre è possibile per loro organizzarsi con nonni, parenti, baby sitter, vicini di casa. Ci riescono, a malapena, quando i bambini frequentano la scuola dell’infanzia e quella primaria ma, dalla scuola secondaria di 1°grado in poi, fanno affidamento sulla presunta raggiunta maturità e autonomia dei propri pargoli.

 

4 commenti su questo articolo:

  1. Brunella scrive:

    Certo i tempi sono cambiati…mi ricordo che a sei anni di età (oggi ne ho dieci volte di più), mia madre mi ha preso per mano, mi ha accompagnata a scuola il primo giorno. Prima di arrivare a scuola mi ha fatto attraversare la strada dicendomi di guardare prima a destra e poi a sinistra che non arrivassero automobili e poi di percorrere il marciapiede fino all’ingresso della scuola. Mi è andata sempre bene? Forse sì, ma non solo a me. Per noi era così, erano altri tempi…

  2. silvia scrive:

    Affidandoci al buon senso, credo che tutti noi come genitori abbiamo iniziato a mandare i nostri figli a scuola da soli una volta arrivati alle medie, soprattutto se frequentavano scuole di quartiere. Se si possono comprendere le ragioni dei dirigenti preoccupati di non incorrere nel codice penale, ritenere i ragazzi “soggetti incapaci” fino al compimento dei quattordici anni giustifica un atteggiamento preoccupante di non sentirsi mai responsabili delle proprie azioni verso se stessi e gli altri.

  3. Gemma scrive:

    La ministra dell’Istruzione Fedeli ha proposto al Consiglio dei Ministri un emendamento in vigore dagli anni ‘90, da valutare in parlamento per modificare la legge, per consentire ai ragazzi minori di 14 anni di tornare autonomamente a casa, previa dichiarazione dei genitori.

  4. Gabriele scrive:

    Io andavo a scuola da solo in seconda elementare.
    Mio padre litigò con la Preside per farmi avere un permesso speciale perché potessi anche tornare da solo, un anno più tardi, in terza.
    È vero: avrei dovuto fare solo 200 metri ed attraversare solo 2 volte.
    A 9 anni.
    Vi domanderete “Ma perché?”…il punto invece è un altro: perché no?

    “Non hai bisogno di vedere l’intera scalinata. Inizia semplicemente a salire il primo gradino.” (Martin Luther King)

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