Picasso alle Scuderie

10 gennaio 2018 di: Daria D'Angelo

Nel Febbraio 1917, in piena Prima guerra mondiale, Picasso venne in Italia. L’amico Jean Cocteau, drammaturgo e sceneggiatore francese, gli chiese di partecipare alla produzione di “Parade”, un balletto ispirato a un suo poema che sarebbe stato messo in scena dai Ballets Russes, compagnia che in quegli anni aveva sede a Roma.

A Roma, fino al 21 Gennaio 2018, è ancora possibile visitare la Mostra alle Scuderie del Quirinale, dal titolo “Picasso. Tra Cubismo e Classicismo 1915 – 1925”. L’evento raccoglie un centinaio di capolavori.

Percorrendo le sale delle Scuderie è difficile non restare meravigliati dall’estrema abilità espressiva di Pablo Picasso, dalla sua capacità di passare dall’elemento figurato perfettamente delineato a quello scomposto in forme geometriche. Ammirando i suoi quadri si comprende la sua volontà di non restare legato a un unico registro pittorico, come fecero tanti altri, come Monet o Gauguin.

Lui volle andare oltre, lo fece attraversando differenti percorsi, fino ad arrivare alla fase cubista che, però, fu limitata solo a un decennio. La mostra permette di apprezzare proprio questa particolare esperienza del cubismo di Picasso e il suo superamento per approdare a un’arte figurativa quasi monumentale, inserendo nei suoi quadri richiami dell’arte antica italiana, e della mitologia. Capace di fondere il moderno e il primitivo, subì, percorrendo i vicoli di Napoli, il fascino dell’arte popolare napoletana, dei personaggi della commedia dell’arte, dei suoi colori sgargianti. Il soggiorno in Italia fu determinante nella sua vita. Proprio a Roma, mentre preparava i costumi e le scene per i Ballets Russes di Diaghilev, conobbe Olga Chochlova che diventerà la sua prima moglie, e alla quale sono ispirate molte opere esposte. Anche i “Ballets Russes” rappresentano un tema caro all’artista con il circo con pagliacci, ballerini ed animali. I ritratti di artisti s’incontrano con la rappresentazione di acrobati e circensi, con ritratti di donne al bagno, con Pierrot e Arlecchini.

Si può dire che l’arte di Picasso ha il volto di Arlecchino, figura solitaria, emblema della solitudine del Novecento.

 

 

2 commenti su questo articolo:

  1. rita scrive:

    da non perdere il video, registrazione recente del balletto Mercure, basato sulle sue coreografie.

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