la neve a Roma al tempo di WhatsApp

27 febbraio 2018 di: Clara Margani

Dedicato alla neve.

Barricate nelle case in quartieri della città lontani tra loro, ma desiderose di condividere sensazioni, osservazioni, emozioni, fastidi in riferimento alla neve caduta sulla capitale, ecco che alcune donne romane decidono di usare WhatsApp. Le prime sono quelle che avrebbero dovuto fare lezione di italiano ai migranti nella scuola della Caritas, a cui la neve ha impedito lo spostamento da casa. Per testimoniare la loro buona volontà, ma l’impossibilità di metterla in pratica, hanno fornito dati e foto sulla presenza massiccia dei fiocchi in prossimità delle loro abitazioni.

Dai loro balconi hanno mostrato paesaggi quasi alpini e piante di limone sommerse, il cui rigoglio sarà sicuramente messo a dura prova. Una di loro invia la foto di un nido ricoperto di neve, costruito all’incrocio di due rami dell’albero, che può osservare ogni giorno dalla finestra della sua camera. Allora le altre pensano ai loro alunni, alcuni dei quali dormono alla stazione o nei parchi. Si rendono conto che sono più importanti dei loro limoni, anzi non sono paragonabili e si pentono di non averli pensati prima. In altri gruppi qualcuna ha un guizzo ironico e, siccome a Roma si usa dire “ad ogni morte di papa”, quando una cosa avviene raramente, postano un’immagine di papa Francesco, che indica con le dita il numero due, invitando a riflettere che ci sono due papi viventi e che la realizzazione del detto popolare non è poi così scontata.

Qualche nonna invia immancabilmente la foto dei nipoti che giocano con le classiche palle di neve (la sindaca ha stabilito con un’ordinanza che le scuole restino chiuse), ma c’è anche chi posta la foto realizzata da un gruppo di ragazzi, che hanno costruito tre pupazzi di neve seduti su una panchina, i quali alla fermata aspettano che passi un autobus qualsiasi, tanto non ne passerà nessuno e potranno sciogliersi tranquillamente al sole che a metà mattinata inaspettatamente si installa nel cielo e testimonia che la variabilità del clima è una delle belle prerogative di questa città, dove
però, come dice l’inviata di una rete televisiva, è stato visto un solo mezzo spargisale e nessuno spazzaneve. Finita la nevicata e spuntato il sole, qualcuna condivide la frase: “Tutte ‘ste storie pe’ du’ fiocchi”, ricordando che ai tempi dei romani antichi senza termosifoni e con le case piene di aperture veniva consigliato di tenere “ar callo capoccia, chiappe e piedi”, precauzione che ha permesso loro di costruire un impero.

Intanto il pomeriggio continua assolato e arrivano le ombre della sera senza neve ma con il freddo vento Burian, che i romani più familiarmente chiamano ‘buriana’, e, sempre restando a casa, si può dare un’occhiata alle foto postate da quelli che sono usciti. Monumenti, strade, piazze, fontane, paesaggi, resi ancora più belli, se possibile, dalla nevicata.

 

3 commenti su questo articolo:

  1. Antonella scrive:

    Tanto è stata pesante e seria la nevicata su Roma, quanto quest’articolo è leggero e sottilmente ironico.

  2. Mariachiara scrive:

    Da Clara ci aspettiamo l’ironia ed il sorriso ma Roma è Roma non può portare con se oltre la neve pesanti “effetti collaterali”

  3. Marina scrive:

    Sraordinario: Roma sotto la neve. Tutti ne parlano, anche all’estero.

    Ordinario: La Siria sotto le bombe, nessuno ne parla più.

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