sorpresa five stars
Qualche sera fa una sorpresa niente male: un Luigi Di Maio amabile, contenuto, ben lontano da attacchi frontali, in larga misura accomodante. Enrico Mentana lo incalzava con palese soddisfazione e l’aria sorridente del buon padrino di cresima che incoraggia il buon figlioccio nel gioco di un bersaglio più immobile che mobile. Ci si chiedeva, ascoltandoli, quale fosse ormai la svolta di un movimento come i cinque stelle che sin dal suo sorgere si è attestato su ben altri binari e del suo bruno cavaliere senza macchia e senza paura, che forse aveva incontrato sul suo cammino un prete intelligente e autorevole o un mentore esperto in sociologia … politica!
Inutile o lievemente prematuro avanzare congetture, ma gli avversari del M5S non apparivano più mostri da porre al rogo semmai personcine incapaci di un programma di governo che il Di Maio, incoraggiato da domande ad hoc, aveva ben chiaro in una completa partitura che darebbe luogo, per gli italiani, a una musica celestiale. E gli errori a volte marchiani del Movimento del Grillo Vaffa, dei suoi interventi a Bruxelles, delle pagine segnate in blu tra Napoli e Palermo, delle beghe giudiziarie accresciute da una improbabile sindaca Raggi, degli scontri dittatoriali all’interno di una coalizione che mette in rete le sue carte?
Tutto lontano, dimenticato grazie a quei bonus calati dal cielo cui vanno, mal per loro, privi altri partiti e altre coalizioni. Alle quali Di Maio sembrava non negare più tanto eventuali convergenze.
Non ci resta dunque che attendere che qualche nuovo scenario si apra subito dopo o anche subito prima elezioni. Un popolo italiano, tassato e tartassato a oltranza, resterà inerme malgrado qualche tentativo o speranza di un efficiente governo democratico resti a ridosso dei suoi sogni.
Credo che il trasformismo dei pentastellati sia arrivato al suo massimo. Gigino Di Maio è un furbastro o un furbetto. Cambia strategia a seconda dei casi e a seconda del pubblico a cui si rivolge. Dice sempre quello che gli altri vorrebbero sentire. A me fa paura una persona capace di simili camaleontici, beceri cambiamenti e improvvisazioni. Dovrebbe fare il cabarettista o il barzellettiere insieme al burattinaio Grillo. Togliamoci le bende dagli occhi e a chi ha deciso di votare per loro, oso dire che si accingono a votare per la definitiva rovina del paese. All’ignoranza si aggiunge l’arroganza e la “saccenza” ostentata, la falsa onestà che ormai è una coperta logora, sfrangiata, bucata da ogni parte. A sentire il piccolo dux Di Maio il movimento non sarebbe di sinistra né di destra. Una formazione politica che vota contro i diritti civili e sceglie di uscire dall’aula per non far approvare lo ius soli, anche se non lo dichiara, è una formazione di DESTRA, palesemente e incontestabilmente di DESTRA, della peggiore destra.
per non parlare della finta democrazia della rete, in mano a chi può decidere tutto con un click, più o meno
arbitrario, come la scelta del candidato x la Liguria. Vi ricordate? i 5 stelle contano sulla memoria corta degli
Italiani, difendiamo i nostri cervelli.