buoni o buonisti nella questione migranti

28 marzo 2018 di: Daria D’Angelo

Cosa c’è dietro il totale fallimento della politica migratoria? È vero che si lucra con il business dei migranti, facendo i buonisti e spalancando le porte a tutti?

E ancora, è questo che ha portato alla vittoria Salvini e la Lega?

Ma, noi italiani siamo buoni o buonisti, e qual è la differenza tra l’essere buono e l’essere buonista?

Siamo nella confusione, nella paura di essere tacciati per razzisti se solo affermiamo il pensiero più logico, e che cioè l’atteggiamento più giusto è quello di essere buoni, di accogliere e aiutare chi è in difficoltà, senza però chiudere gli occhi. Credo che sia stato proprio l’eccesso che ci ha portati al contrario, fuori da logiche di legalità e uguaglianza.

In fondo, vorremmo solo rispetto per chi è onesto ma fermezza con chi delinque con la certezza della pena, per evitare di formare dei ghetti.

Lo vorremmo indipendentemente dal colore della pelle. Ricordiamoci sempre che molti s’indignano per i crimini, presunti o effettivi, dei migranti, ma sono i primi a violare le regole, piccole o grandi che siano; e che il rigore preteso dagli altri vale sempre e soltanto per gli altri: l’abusivismo edilizio o l’evasione fiscale, ad esempio, non glielo hanno certo insegnato i migranti!

Non sono razzista né intollerante, ma credo che in Italia ci si debba adoperare per l’effettiva accoglienza e integrazione di chi vive in Italia, paga le tasse, versa i contributi e contribuisce come tutti alla crescita delle nostre comunità.

Chi entra nella nostra Patria, deve subito capire, però, che la nostra identità è netta e forte, per fare comprendere a tutti che in Italia si può stare, ma a certe condizioni, che si sia italiani o stranieri.

Perché, come ha affermato Carmelo Abbate, c’è qualcosa che non va se appena compi 18 anni sei in strada, non hai un tetto dove andare a dormire e lo Stato che ti ha tolto alla tua famiglia per proteggerti ti ha poi abbandonato. C’è qualcosa che non va se invece persone che vengono da lontano, pur percorrendo la via dell’illegalità sono accolte e finiscono in alberghi a 4 stelle.

È compito della politica trasmettere il senso di legalità, accogliere e tutelare chi scappa da guerre e conflitti, ma anche abbandonare certe posizioni di buonismo che finiscono per fomentare più razzismo. Si rischia la complicità con strani business e alla fine l’Italia, pur essendo un paese d’accoglienza, vacilla al punto da sentirsi costretta a fare delle scelte politiche estreme.

 

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