Ella & John

3 marzo 2018 di: Rachele Maria Rodi

In cima alla strada, nella capanna, il vecchio si era riaddormentato. Dormiva ancora bocconi e il ragazzo gli sedeva accanto e lo guardava. Il vecchio sognava i leoni.” Così scrisse Hemingway nel suo “Il vecchio e il mare” e così viene citato da John, protagonista dell’ultimo film di Paolo Virzì: “Ella & John”. John professore di letteratura inglese, innamorato di Hemingway e delle sue opere e sua moglie, Ella, partono per un viaggio, un viaggio, a tratti ironico, ma particolarmente drammatico. I due protagonisti, sposati da tanti anni con due figli già adulti, mostrano come sia possibile amarsi, ad un certo punto della propria esistenza e della propria relazione, nel decorso di una malattia, che deteriora, in un caso la mente, nell’altro il fisico. Ella e John regalano emozioni forti, una commozione fuori dal comune, perché la vecchiaia non è derisa, scimmiottata, ma vissuta e mostrata per quello che è nei tratti più difficili di ciò che si deve affrontare alla soglia di una determinata età e di come, insieme, tutto sembra essere più facile, di come l’amore diventi, veramente, prendersi cura di un altro come di se stessi. Una pellicola che mette in risalto tratti di esistenze che, purtroppo, nella maggior parte dei casi, si pensa non abbiano più molto da dare o da dire, poiché non si comprende il valore di chi ha visto, sentito, vissuto e soprattutto, continua a vedere, sentire e vivere. I due protagonisti prendono per mano lo spettatore e lo portano in una realtà sconosciuta ai più e con maestria riescono, per tutto il tempo del film, a donare sussulti, siano essi di gioia o di tristezza. Ci si sente ammaliati dalla loro vita, come se se ne facesse parte, come se si guardasse in uno specchio, come se si vedesse ciò che si sarà, ciò che si è, come se Ella & John potessero essere i nostri nonni, i nostri genitori, noi stessi. Alla fine, accese le luci della sala, ci si sente un po’ smarriti, un po’ orfani, un po’ come se lasciando quella poltrona si stesse salutando un amico, una persona alla quale teniamo, come se, dentro quella sala si avesse avuto la grande fortuna di guardare se stessi.

2 commenti su questo articolo:

  1. Elena scrive:

    Bene, una giovanissima che si occupa di un film che parla sopratutto della vecchiaia!

  2. silvia scrive:

    Un articolo che ho veramente apprezzato per la sensibilità già matura che esprime. Grazie per aver segnalato questo film che andrò senz’altro a vedere. Spesso si sente dire che i vecchi sono fragili…in fondo tutte le cose di valore e pregiate lo sono!

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