Bolzoni e la mafia dopo le stragi

14 aprile 2018 di: Gilda Bambocci

Dieci euro bastano e avanzano per una pizza Margherita e una Coca o per un cinema, per togliersi insomma un capriccio. Dieci euro sono anche il prezzo del libro realizzato da un’idea di Attilio Bolzoni, “La mafia dopo le stragi” (2018, Melampo), che parte da un interrogativo importante: cosa è oggi la mafia e come è cambiata dal 1992? Le risposte sono diverse quanti sono gli interventi che Bolzoni riesce a raccogliere. Il libro contiene infatti scritti di magistrati, parenti di vittime, giornalisti, scrittori, poliziotti, autorevoli esponenti della politica italiana, artisti. Vale la pena elencarli per metterne al corrente i lettori: Salvo Palazzolo, Tina Montinaro, Luca Tescaroli, Gherardo Colombo, Sergio Lari, Bianca Stancanelli, Giuseppe Ayala, Salvatore Cusimano, Maurizio De Lucia, Pietro Grasso, Rosy Bindi, Maria Falcone, Claudio Fava, Andrea Orlando, Giovanni Paparcuri, Lirio Abbate, Angiolo Pellegrini, Maurizio Costanzo, Alfonso Giordano, Francesco La Licata, Vincenzo Scotti, Letizia Battaglia, Marcelle Padovani, Emanuele Macaluso, Francesco Merlo, Umberto Santino, Piergiorgio Morosini, Enrico Bellavia, Alessandra Dino, Giuseppe Di Lello, Sebastiano Ardita, Dario Del Porto, Francesco Viviano, Enzo Russo, Roberto Scarpinato e Roberto Saviano.

«Da dove incomincio, come la racconto, dove vado? Cosa rispondo alla rivista americana che mi chiede foto nuove della mafia?» Così dice Letizia Battaglia, la grande fotografa che ha fatto vedere la mafia al mondo con i suoi scatti. E nonostante i numerosi scritti di autorevoli esperti, il libro di Bolzoni qui si ferma, a questa domanda. Un libro bello, leggibilissimo e utile a fare il punto su quanto ci è concesso di sapere sulla mafia fino alle stragi. Dopo, fino ai giorni nostri, è ancora tutta una grande incognita e timidi sono i cenni sulla nuova identità assunta dalla mafia a partire dal 1992. Il libro serve a fare il punto, a rivedersi, a collegare tanti piccoli tasselli di un’antimafia che ha bisogno di riqualificarsi, avendo preso di recente una brutta piega dopo le indagini che ne hanno travolto parti deviate. Nulla più. Per il resto, rimane forte l’interrogativo di Letizia Battaglia. Allora, se pizza e Coca o un cinema possono essere appaganti, può esserlo pure una minestra riscaldata.

 

 

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