“La compagnia del Vento” di Vanna De Angelis

20 maggio 2018 di: Sibilla Gambino

La diversità come sempre spaventa. E germina follia.

Pochi sanno che le persecuzioni, la violenza, gli esperimenti e le deportazioni compiute dai nazisti avevano come preda non solo ebrei, comunisti, omosessuali, dissidenti, ma anche Rom e di Sint. Gli zingari. All’interno di Auschwitz- Birkenau c’era un settore loro riservato: lo Zigeunerlager. Ventunmila vittime si aggiunsero al genocidio. Siamo nel 1943. Dusan, il protagonista, è un rom di quindici anni. Nella Serbia occupata dai nazisti, viaggia con la sua numerosa e variopinta famiglia sui carrozzoni tirati da cavalli, vive le usanze e i riti della sua gente, e, come tanti altri, vende prodotti in rame da secoli abilità artigianale che appartiene ai suoi. La carovana si sposta verso sud per sottrarsi all’accanimento degli invasori nazisti. Durante il viaggio in un paese poco distante dal campo zingaro il ragazzo conosce un violinista ebreo. Anche Dusan suona magnificamente il violino ed ha compreso che la musica ha una sua forma: “…un cardellino argenteo che si libera nell’aria”. Durante un rastrellamento riesce a salvare il violino e Rohele, figlia dell’ebreo. Sulla presenza nel campo zingaro della nuova e scomoda ospite si pronuncia Jeta, la saggia veggente della carovana. Il responso è umano e quindi favorevole, nonostante la consapevolezza di ognuno di assumersi un ulteriore pericolo.

Inizia la rocambolesca peregrinazione della compagnia del vento attraverso paesi e pregiudizi nel tentativo di sfuggire alle persecuzioni, ma il 16 maggio del 1944 si aprono anche per i nostri protagonisti i cancelli del lager di Auschwitz. L’animo indomito di Rom e Sinti, votati alla libertà, li incita a dare il via a una poco conosciuta, accanita e coraggiosissima resistenza. Le SS si presentano alla baracca B2a per trascinare i prigionieri alle camere a gas… ma in un attimo si scatena la rivolta. Armati di tutto e di niente gli zingari si avventano contro i loro aguzzini, li colpiscono, li terrorizzano, li respingono. Riescono, non si sa come, a impedire l’ingresso alle guardie, a chiunque. In quelle notti di vita riconquistata, la musica selvaggia dei loro violini vola fino ai settori vicini, gremiti d’inermi destinati a diventare cenere.Ma mancano ancora diversi mesi al 27 gennaio del 1945, giorno in cui l’Armata Rossa varcherà i confini del lager… Jeta allo stremo delle forze in una delle sue visioni vedrà la libertà, Rohele sognerà di risentire il violino di suo padre, i bambini rom sogneranno di scampare dal gioco mortale con il doctor Mendele, disumano igienista razziale delle SS.

Eppure c’è chi si salverà. Vanna de Angelis, sulla base una solida documentazione storica, attraversa la sconvolgente esperienza dei rom e dei sinti con ferocia e amabile concretezza, lasciando nel cuore del lettore l’indimenticabile immagine di eroi sconosciuti.

 

1 commento su questo articolo:

  1. Rosalba Alù scrive:

    mi piace . Breve , efficace e invitante alla lettura e alla ricerca

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