Ma non si stanca mai, la nonna?

4 luglio 2018 di: Silvana Fernandez

Prendiamo spunto dal precedente articolo di Carlotta Bertini per chiederci: ma noi del sito, perché non parliamo mai di vecchiaia? Forse perché fa paura o forse perché vi è sempre su di essa una sentenza negativa. “Perdere l’amore quando si fa sera.

Quando tra i capelli un po’ di argento li colora / Rischi di impazzire può scoppiarti il cuore” canta un famoso cantante, e noi ci chiediamo: ma perché, quando i capelli sono tutti scuri e hai venti anni, non è pure tragica una delusione d’amore? Non si dice il primo amore non si scorda mai? Allora?

Quando si soffre, si soffre a tutte le età. Certo, in vecchiaia si patisce per tutto un po’ di più, sia mente che corpo sono più fragili. In quest’ultimo periodo, però, in questo inizio di secolo la verità non si affronta! Si cerca anzi di dare un tono leggero a qualunque mancanza e debolezza della tarda età. Per capire, basta guardare le pubblicità televisive. Ecco che quella di Amplifon, per esempio, inizia con:“LA GENERAZIONE CHE VUOL GODERSI LA VITA”, proponendo a tutto schermo, come massimo godimento, un minuscolo aggeggio da mettere nell’orecchio che confonde i suoni ma almeno li fa sentire più forti. Così della vita, se non te la godi, almeno ne senti il frastuono! E che dire, sempre parlando di messaggi televisivi, di quello diretto alla nonna, che in una pubblicità si sente gridare alle spalle da un ragazzetto vestito ultimo “Uffa, che seccatura, ancora la Nonna col solito dolore al ginocchio!”

Dove sono finite le nonnine che facevano torte e marmellate? Che intenerivano i nipoti con i mille acciacchi e con i loro malanni, che le rendevano vulnerabili ma protette. No, non c’è più la nonnina tradizionale, ma niente paura, ora c’è la carica delle super nonne che, facendo ondeggiare le loro opulenti forme, si spalmano una crema sul famigerato ginocchio e, capelli al vento e corsetti da diciottenni, costringono il bambino, abituato a una vita sedentaria davanti al computer, a chiedersi “Ma non si stanca mai, la nonna?”    Allora che fare? Non ci sono più lupi cattivi, né torte, né cappuccetti rossi. Le nonne sanno tutto sui pannolini per l’incontinenza che consente loro di ballare tango, rumba e altro, la vecchiaia è ormai un’immagine allegra anche nelle sue miserie! Dove sono finiti: Giorgio Albertazzi, Arnoldo Foa che spesso, con tutte le loro rughe e i capelli bianchi, recitavano per noi, soprattutto per i loro coetanei, i versi della poesia di Aleksandrovič Blok:

Sempre più spesso vo per la città.

Vedo spesso la morte e le sorrido

| con un savio sorriso. Perché no? |

Così voglio. Mi piace di sapere |

che prima o poi verrà anche da me..

 

No, ma che pensiamo? In questo mondo di eterni giovani non farebbe audience, forse andrebbe a picco e cadrebbero le vendite dell’apparecchio acustico, dei pannolini e degli unguenti antireumatici! Si potrebbe, allora, scegliere l’antica lirica cinese di Sin K’itsi perché parla di un sentimento che, forse, non esiste ormai più: la malinconia!

 

Da Giovane Non Conoscevo La Malinconia

allora mi piaceva

di salire in soffitta

poi per comporre dei poemi nuovi

cercavo di sentirmi malinconico

or la malinconia

io la conosco a fondo

vorrei parlare ed esito

mi contento di dire

o come è bello questo fresco autunno.

Forse questa vecchia lirica ci fa riflettere, prescindendo dai prodotti pubblicitari, sul fatto che in fondo, l’autunno è la stagione che si adatta a un quieto pensare, un mese dai bellissimi colori che ricordano il rosso e l’oro dei tramonti. Si dice, appunto che la vecchiaia è l’età del tramonto, ma non dimentichiamo che ci sono tramonti splendidi che molta gente guarda ogni sera per riempirsi gli occhi e il cuore di speranze.

 

9 commenti su questo articolo:

  1. Agnese scrive:

    Brava Silvana un’articolo divertente ma con un profondo senso di realismo e verità. Commuove perfino un po’

  2. francesca scrive:

    Hai scritto un ottimo articolo cara Silvana! Mi piace perché, anche se in sintesi, metti in luce i luoghi comuni, ma anche quelli meno comuni legati alla “vecchiaia” che come fase della vita va accettata. L’articolo fa riflettere anche sulla morte e oggi non è più la vecchiaia ad esserne protagonista assoluta; se penso a Lucio Battisti, Lucio Dalla, Pino Daniele, Massimo Troisi e tantissimi altri e altre …la storia della vecchiaia legata ai soliti stereotipi, crolla miseramente. Ciao, Brava!

  3. Lorenza scrive:

    Adriana, la mia amica, lo definisce Rosso Menopausa.E’ il colore di capelli che certe signore scelgono per una chioma giovanile.A volte la colorazione risulta tremenda.Ma l’importante è essere allegre anche nella miseria dello stato di fatto.
    Rosso fiamma il cranio- Rosso geranio le labbra-Rosso qualunque le gote.Roba da Circo che non s’ha da fare come tutto
    il resto che Silvana ,bravissima, cita riferendosi agli spot pubblicitari che ci violentano inadeguatamente all’ora di cena.
    Grazie Silvana per i tramonti splendidi che ci ricordi.Li abbiamo vissuti, adesso sono dorati proprio come la nostra età
    che amo definire solo certa, non appartenendo alla categoria signora di una certa età, e preferibilmente vissuta con dignità,
    misura, allegria e un pizzico di sana ma non ridicola follia.

  4. Gemma scrive:

    Rispondo alla domanda: “ ma non si stanca mai,la nonna?”
    Probabilmente soffre di insonnia o semplicemente si accorge che non ha più tempo da perdere.
    Ha sviluppato senso pratico e istinto di sopravvivenza adeguato alle esigenze più diverse…
    È cresciuta in modo maturo e consapevole nel rispetto di se stessa e degli altri che ricolma di attenzioni se può,
    chiedendo il loro aiuto proprio se necessario, altrimenti si arrangia come sempre ha fatto nella vita.
    Grazie Silvana, un abbraccio

  5. Sibilla scrive:

    Le donne sono meravigliose, forti, tenaci, fari in mezzo all’oceano sconfinato. Che siano nonne, mogli, sorelle, amiche, restano sempre il cielo trapuntato di stelle del mondo. Ti adoro Silvana.

  6. Maria Lo Bianco scrive:

    il rosso e l’oro dle tramonto sula mare nel cielo violento e quasi terribile per le fiemmeggianti ombre che rimanda su di noi che noi che lo guardiamo passeggiando e pure distrattamente mebntre incombe e illumina le ultime luci della sera
    è a pa ma in mente è a pa l’ho visto solo qua oggi non lo vedo da un sacco di tempo
    era il ricordo di una estate o forse di un autunno
    con tutto
    Maria lb

  7. silvana scrive:

    Grazie alle mie amiche ed anche a chi non conosco per avere compreso così bene quello che volevo dire con un sorriso.

  8. Marcella Geraci scrive:

    Credo profondamente nel futuro e credo che il futuro appartenga ad ogni età. Proprio per questo mi piacciono i bei tramonti, dai quali poter ripartire per affrontare giorni nuovi. Oggi i bei tramonti sono ancora più indispensabili di ieri perchè servono ad affrontare una giovinezza effimera, innamorata di sè e per questo destinata a morire e a non lasciare scampo. Da questa giovinezza non è possibile trarre alcuna speranza e i bei tramonti ci dicono che comunque una speranza esiste.

  9. rita scrive:

    ahi che pena le nonne che non si stancano mai! Non si stancano in pubblico, perché è troppo forte
    l’amore per i figli e i nipoti, ma in privato rimpiangono di non potersi concedere le gioie della loro età,
    come una tranquilla passeggiata al tramonto, a volte.
    Ecco perché sempre più spesso vediamo in film inglesi e anglosassoni anziane nonnette che partono
    per località più o meno esotiche, lontano da figli e nipoti. Ciniche o eroiche? Non saprei giudicarle,
    ma sono certa che anche la vecchiaia ha i suoi diritti

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement