Concerto per Violoncello, Rocce e Alpinista
Uno dei massimi violoncellisti viventi suona e scala le Dolomiti. Incanta con il suo prezioso strumento, un Maggini del seicento, i teatri di tutto il mondo dopo aver vinto, unico italiano, nel 1986 il prestigioso Concorso Internazionale Cajkovskij di Mosca. Mario Brunello, 57 anni, di Castelfranco Veneto ha suonato in luoghi musicalmente impensabili diventando l’icona dei I Suoni delle Dolomiti, evento musicale che si tiene annualmente in Trentino nei mesi di luglio e agosto portando Bach e un numero sempre maggiore di musicisti e spettatori tra rifugi d’alta quota e le falde dei ghiacciai. Due passioni celebrate: la montagna e la musica. Poi il Sahara, il monte Fuji, l’Himalaya.
Nel 1995 suonò la terza Suite di Bach sotto le Torri del Vajolet, arrivò ai 2581 metri del Rifugio Rosetta . Con l’accompagnamento di 24 violoncellisti suonò al Castellazzo davanti alle Pale di San Martino . Ad ascoltare 3000 persone. Per Capossela sul Catinaccio, 7 mila, tutti saliti di notte con le torce. Per arginare questa marea di pubblico che aumentava a ogni esibizione venne l’idea del trekking: tre giorni per pochi, la notte nei rifugi, all’alba il concerto. Ai 3776 metri del monte Fuji in Giappone, il suono dello strumento si alzò al primo sole del mondo. Era il 2006 e il maestro suonò la Quarta Suite di Bach sulla bocca del vulcano, alla fine la discesa giù per i canaloni di lava e i nevai col violoncello in spalla. fAlba estrema per orario e altitudine.
Poco tempo fa, sopra Kathmandu, con tre ragazzi nepalesi ha raggiunto l’altezza massima oltre 4000 metri. Lo scopo stabilire un dialogo musicale tra due culture sulle orme di Fausto De Stefani, sesto alpinista al mondo ad aver scalato tutti gli 8 mila, fondatore a Kirtipur di una scuola con laboratori artistico-artigianali accanto alle materie scolastiche utile per dare dignità non solo al lavoro di sherpa ma al sapere e ad altre professioni.
Brunello ha portato due violini, una viola, un violoncello per suonare Bach e Beethoven a due passi da ll’Everest. La loro musica eseguita con le sonorità dell’Occidente; un dialogo tra due culture. All’inizio Mario Brunello era un musicista in frac che cercava il bel suono. Oggi segue il suo vero suono che corre sulle dune, lambisce i ghiacciai e fa innamorare le colonne del Tempio di Segesta, dove suonò clandestinamente, di sera, da solo.

La musica e la montagna due cose bellissime. mi piacerbbe andare in montagna e in val d’aosta forse anche in trentino. la prossima estate forse…
l’estate stava finendo
si scioglievano le ultime perplessità
si suonavano le ultime note leggere
e sul velo di superficialità arrivava
il serio autunno
preludio secco dell’inverno
e arrostite le castagne
posate le foglie
naufragate le speranze
un’ultima parola si levava
a dire l’ultima cosa
solare e estiva
ma nessuno la ascoltava
e tutti rimanevano impagliati
e addossati gli uni sugli altri
a rimpiangere
le stelle cadenti
di san lorenzo
e intanto pioveva
fitto sulle strade
del mondo
Maria Lo Bianco
Maria , ti ricordiamo commenti brevi!
ok va bene
M L B