Concerto per Violoncello, Rocce e Alpinista

8 agosto 2018 di: Carlotta Bertini

Uno dei massimi violoncellisti viventi suona e scala le Dolomiti. Incanta con il suo prezioso  strumento, un Maggini del seicento, i teatri di tutto il mondo dopo aver vinto, unico italiano,  nel 1986 il prestigioso Concorso Internazionale Cajkovskij di Mosca.  Mario Brunello, 57 anni,  di Castelfranco Veneto ha suonato in luoghi musicalmente impensabili  diventando l’icona dei I  Suoni delle Dolomiti,  evento musicale che si tiene annualmente in   Trentino nei mesi di luglio  e  agosto portando Bach e un numero sempre maggiore  di musicisti e spettatori tra rifugi d’alta quota e le falde dei ghiacciai. Due passioni celebrate:  la montagna e la musica. Poi il Sahara, il monte Fuji, l’Himalaya.

Nel 1995 suonò la terza Suite di Bach sotto le Torri del Vajolet, arrivò ai 2581 metri del Rifugio  Rosetta . Con l’accompagnamento di 24 violoncellisti suonò al Castellazzo davanti alle Pale di San Martino . Ad ascoltare 3000 persone. Per Capossela sul Catinaccio, 7 mila, tutti saliti  di  notte con le torce. Per arginare questa marea di pubblico che aumentava a ogni esibizione  venne l’idea  del trekking: tre giorni per pochi, la notte nei rifugi, all’alba il concerto. Ai 3776 metri del monte Fuji in Giappone, il suono dello strumento si alzò al primo sole del  mondo. Era il 2006 e il maestro suonò la Quarta Suite di Bach sulla bocca del vulcano, alla fine la discesa giù per  i canaloni di lava e i nevai col violoncello in spalla. fAlba estrema  per orario e altitudine.

Poco tempo fa, sopra Kathmandu, con tre ragazzi nepalesi ha raggiunto l’altezza massima  oltre  4000  metri. Lo scopo stabilire un dialogo musicale tra due culture sulle orme di Fausto  De Stefani, sesto alpinista al mondo ad aver scalato tutti gli 8 mila, fondatore a Kirtipur di  una scuola con laboratori artistico-artigianali accanto alle materie scolastiche utile  per dare dignità non solo al lavoro  di sherpa ma al sapere e ad altre professioni.

Brunello ha portato  due violini, una viola, un violoncello per suonare Bach e Beethoven a due passi  da ll’Everest.  La loro musica eseguita con le sonorità dell’Occidente; un dialogo tra due culture. All’inizio Mario Brunello era un musicista in frac che cercava il bel suono. Oggi segue il suo  vero suono che corre sulle dune, lambisce i ghiacciai e  fa innamorare le colonne del Tempio di Segesta, dove  suonò  clandestinamente,  di sera,  da solo.

3 commenti su questo articolo:

  1. maria lo bianco scrive:

    La musica e la montagna due cose bellissime. mi piacerbbe andare in montagna e in val d’aosta forse anche in trentino. la prossima estate forse…
    l’estate stava finendo
    si scioglievano le ultime perplessità
    si suonavano le ultime note leggere
    e sul velo di superficialità arrivava
    il serio autunno
    preludio secco dell’inverno
    e arrostite le castagne
    posate le foglie
    naufragate le speranze
    un’ultima parola si levava
    a dire l’ultima cosa
    solare e estiva
    ma nessuno la ascoltava
    e tutti rimanevano impagliati
    e addossati gli uni sugli altri
    a rimpiangere
    le stelle cadenti
    di san lorenzo
    e intanto pioveva
    fitto sulle strade
    del mondo
    Maria Lo Bianco

  2. Silvana scrive:

    Maria , ti ricordiamo commenti brevi!

  3. Maria l.b. scrive:

    ok va bene
    M L B

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