Cristo si è fermato a Eboli

3 agosto 2018 di: Carlo Bagnara.

E’ estate siamo, in un periodo che è tempo di svaghi e di lettura e perché no, anche di rilettura di qualche ottimo libro.

Siamo nell’epoca fascista, cioè in piena dittatura. Uno scrittore molto noto ma antifascista, viene allontanato  o come allora si diceva “confinato”. Che cosa era il “confine”? Era una cosa stranissima che si era inventata la dittatura, un carcere senza essere un vero e proprio carcere: inviare il soggetto ritenuto pericoloso, in un paesino molto piccolo ai limiti di quella che allora si chiamava civiltà.

Questo scrittore è Carlo Levi, viene spedito in Lucania e ne descrive le caratteristiche di quella terra, in quel periodo.

Per caso (che cosa è il caso ?) gli abitanti del luogo scoprono che lui, in realtà, è un medico, anche se non ha mai fatto il medico e lo costringono a farlo; lo costringono a riprendere in mano i libri di medicina e a studiare per dare aiuto a quei poveracci che si ammalano e soffrono. Viene fuori un romanzo neorealista, avvincente, nel quale colui che lo scrive vorrebbe essere una persona completamente diversa da quella che è, e da quello che è stato ed ha fatto.
Finisce col capire che le persone che gli vivono accanto hanno un estremo bisogno di lui e che deve darsi  a queste persone così come lo vogliono. Per la morte di un parente è autorizzato a tornare due giorni a Torino, sua città natale dove ha vissuto prima d’esser confinato in Lucania: Non la riconosce, resta molto turbato e desidera tornare tra quei miserabili, lì dove aveva vissuto negli ultimi due anni !

Il romanzo, scritto nel 1943 e 44 ed edito da Einaudi, ebbe subito un enorme successo e fu letto in tutto il mondo.

Se non lo avete letto leggetelo; se lo avete letto rileggetelo

1 commento su questo articolo:

  1. Maria l.b. scrive:

    Leggete anche un utlimissimo libro di ritanna armeni sulle donne soldato e aviatrici nell’unione sovietica durante la seconda guerra mondiale..cosa pensavano cosa volevano diventare quali gli obiettivi e la coscienza di essere donne, accompagnate dalle parole accorate di anna achmatova.
    Maria Lo Bianco
    ps non ricordo il titolo ma si trova facilmente

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