Dal Cantico dei Cantici

6 agosto 2018 di: Francesca Traina

Ecco, l’inverno è passato,

è cessata la pioggia, se n’è andata,

i fiori sono apparsi nei campi,

il tempo del canto è tornato

e la voce della tortora ancora si fa sentire

nella nostra campagna.

Il fico ha messo fuori i primi frutti,

le viti fiorite spandono fragranza.

Alzati, amica mia, mia bella,

e vai verso te stessa!

4 commenti su questo articolo:

  1. Michele scrive:

    La stagione più bella
    è l’estate
    La primavera
    l’aspetta
    L’autunno
    la rimpiange
    L’inverno
    la auspica

    • Marta scrive:

      Chie è colei che sale dal deserto
      appoggiata al suo diletto?
      Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
      come tatuaggio sul tuo braccio.
      Perché forte come la morte è l’amore,
      è una fiamma che vive nel Signore
      e le acque non lo spegneranno…

  2. Maria l.b. scrive:

    l’autunno preludio dell’inverno
    la stagione più aspettata
    per il rigore e la serietà
    delle temperature
    per il gelo dei sentimenti
    per il caldo del fuoco
    di un camino
    acceso in campagna
    la campagna invernale
    quale regalo di un dio
    è stato più indovinato
    per ristorarci
    per amarci
    in silenzio
    perfetto
    quello della neve
    che cade
    senza fare rumore
    nessun rumore
    proprio
    come cade la tristezza
    in fondo al cuore
    dice il cantatuore
    posati inverno sul mio
    di cuore
    e allevia
    le scempiaggini
    della passata estate
    a fare niente
    su un tappeto
    di stelle
    marine
    ciao inverno
    bentornato
    Maria Lo Bianco

  3. Maria Lo Bianco scrive:

    TRENT’ANNI

    Ho trovato una foto

    di quando avevo trent’anni

    la donna dei trent’anni scrive

    balzac e ci scrive un romanzo

    io e i miei pantaloni

    grigi e affusolati io e la mia linea

    perfetta e i miei capelli corti

    e neri appena sopra le spalle

    con la catenina intorno al collo

    e la fede greca al dito

    pronta a vivere sorridendo

    con la lingua di fuori

    sguaiata per posa

    e triste di natura

    scarpe chiuse e comode

    e maglia di cotone pesante

    bella bellissima

    e sincera

    sinceramente

    innamorata di me stessa

    oggi la guardo perplessa

    e affettuosa

    chissà chi ero

    cosa volevo

    e perchè

    mi sono messa

    a ridere

    maria lo bianco

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