Assemblea 22 settembre 2018 – Intervento di Francesca Traìna
Porto il mio contributo dicendo subito che, a mio parere, la prima cosa da fare è: provare a riformare la cultura politica con il pensiero politico delle donne.
C’è il nostro pensiero e c’è il pensiero unico, quel maschile unico che significa fare una politica attenta esclusivamente agli argomenti degli uomini, alla sensibilità degli uomini e che rispecchia i loro modi di fare. Da questo non si sposta, non si schioda. Ci stiamo chiedendo come contrapporci alla “catastrofe” che si profila. Assistiamo da tempo alla cristallizzazione di un mondo patriarcale e capitalista. Dobbiamo provare a realizzare non una qualunque trasformazione, ma “la trasformazione” che vogliamo noi, quella che ascolta la voce delle donne che sanno agire cambiamenti positivi
Ritengo fondamentale, pertanto, sganciarsi dalla contrapposizione tra destra e sinistra perché entrambe condividono un “patto” basato sull’esclusione delle donne e provare a credere, finalmente possibile, fare politica a partire da noi.
Dalla politica attuale emerge qualcosa che certamente non facilita la proposta politica delle donne se non pensiamo di più e meglio, per varie ragioni che propongo alla discussione. La prima è che il fallimento o la crisi della forma partito e dei corpi intermedi non ha semplicemente prodotto una società liquida, o l’immiserimento della politica sbranata dall’economia, ma la messa in crisi dell’idea di democrazia in Occidente. Su questo quale pensiero abbiamo? Parlo di quella comunità democratica che si regge su una convivenza civile e non violenta e che oggi è grandemente a rischio.
Un confronto vero tra noi non è ancora avvenuto, a partire dalla differenza nel credere o meno che non esista sinistra e destra, cosa che andrebbe declinata in modo meno superficiale e non sloganistico. Io ad esempio credo che esistano politiche di destra e politiche di sinistra, e valori di sinistra. Non vedo valori a destra, soprattutto ora che la destra c’è, e comanda non solo in Italia.
L’altra ragione per cui abbiamo bisogno di un pensiero più profondo e sottile è che quanto ha sostituito la realtà politica non è un’altra realtà politica, ma soltanto una potente “costruzione retorica” di enorme efficacia che rappresenta entrambe le forze che ci governano: Come si combatte tutto questo sul piano del linguaggio (machista, virulento, arcaico e patriarcale) e su quello del discorso? Qui la debolezza della parola “femminile” è a mio avviso concreta e bisogna pensare e studiare, perché abbiamo molto alle spalle da spendere e qualcosa di nuovo e di diverso da capire.
Che questa assemblea sia l’avvio di un’iniziativa concreta e necessaria per affrontare il problema su come aprirsi a una realtà che cambia, e tentare una risposta che ci esponga autorevolmente ovunque siamo. Cito in conclusione un verso di Silvia Plath a me caro e che pongo come buon auspicio:
“Out of the ash I rise”
Mi compiaccio per l’intervento della Traina, uno dei migliori della giornata, mentre altri sono stati a parere mio ripetitivi. Viva le donne!
non ero presente ma questo intervento di Francesca Traina mi è sembrato ineccepibile.
Ho partecipato all’assemblea senza intervenire perché non ho firmato l’appello. L’iniziativa è ottima per contrastare questa politica neofascista. Sono scandalizzata dal silenzio della maggior parte degli intellettuali e di certa carta stampata, ma sono preoccupata anche che il presidente della repubblica non si faccia sentire davanti alle sporche politiche sull’immigrazione e ora sull’economia perché non stanno creando lavoro, ma regalano il danaro pubblico come fosse noccioline. La povertà si combatte con il lavoro non con l’assistenzialismo. Per questo l’intervento di Traina, quando parla di “potente costruzione retorica” mi convince molto, perché la politica è diventato questo insieme alla insuperabile e dannosissima demagogia. Precipitiamo verso il default. Svegliamoci!
Come passare dai buoni intenti e dalle buone proposte dai buoni incitamenti e dalle condivisibili considerazioni ai fatti?
per esempio Chi ha votato in massa grillo e salvini? anche i capi della sinistra a livello locale e nazionale per quanto ne so io.
Inutili le considerazioni ex post a mio avviso.
passare ai fatti e cominciare dal locale per esempio. palermo è brutta piccola e terribilmente sporca dentro e fuori: come cominciare a defascistizzarla? ricordate il luglio ‘600 e il governo Tambroni? allora ci fu qualche cosa…
il lavoro c’è eccome cominciamo dalla cosiddetta mentalità e a sprovincializzare mentalmente questa odiosa città preistorica senza legge nè arte nè parte…
ps chissà se la redazione di mezzocielo mi pubblica queste cose su mezzocielo on line….