Prendiamo parola

25 settembre 2018 di: Egle Palazzolo

.     Che tempo ci resta

.     Che tempo ci resta per difendere i principi di libertà e di democrazia ai quali un mondo civile non può e soprattutto non  deve rinunciare?  Poco, davvero poco siamo costretti a credere. D a questo  e per questo nasce a Palermo una assemblea che attraverso un invito aperto e sottolineato da un paio di ineludibili temi di base ha raccolto l’adesione pervenuta da ogni parte ,di circa  500  firme.

Cosi mentre a Roma il  segnava la sua giornata nazionale, ai Cantieri culturale della Zisa  sabato scorso 22 settembre - data che speriamo segni in calendario il suo miglior senso – si nel svolgeva un confronto che dava voce a donne di diversa  professione,esperienza, collocazione alle quali certamente il silenzio non appartiene.L’appello  infatti aveva lo slogan ” prendiamo la parola” ,cosa che non vorremmo potesse da un momento all’altro ritornare difficile o condizionata dopo quanto,  le donne principalmente ,vorrebbero mettere al sicuro nella società che hanno contribuito a creare con movimenti, battaglie e sacrifici  di cui spesso si ha superficiale memoria.

L’ incontro e’ stato aperto da Simona Mafai  ,la cui intelligente presenza costituisce per tante e tanti,forti sollecitazioni ed è’ stato strutturato dalla  solidale operatività di Rosalba Bellomare E qui una nota ci vuole : Un sedia ,un piccolo tavolo, una clessidra per cinque minuti di intervento a ognuna e a qualche uomo anche ,perché nessuno avesse più spazio, si sovrapponesse o perdesse fiato in polemiche o contrapposizioni. La giornata era per : ” intanto ci incontriamo, siamo insieme. Non strappiamo o allentiamo il fil rouge che comunque ci tiene . Una e’ la causa, uno l’intento.”

Qualcuno che muove notizie ci faccia caso. Sono state dette cose importanti, sono state riferite personali e non usuali testimonianze.Forse le raccoglieremo, forse riusciremo a andare avanti come quelle del 22 settembre a Palermo perché una grande eco ci precede e altre eco seguiranno. Se non ci facciamo spegnere riavremo forse piazze e periferie. E potremo fare qualche buco nella tela di qualche politologo che da un continente all altro batte il tamburo di oscure restaurazioni.

3 commenti su questo articolo:

  1. Maria Lo Bianco scrive:

    Ho preso la parola per ultima alle due circa davanti ad una platea formata da pochissime donne e un maschio.
    Ho preso la parola per dire che contro il reato di stupro la legge attuale è terribilmente offensiva e lesiva del danno subito dalle donne. Ho ricordato che i minorenni che lo compiono, e non sono certo pochi, non sono nemmeno passibili di processo!!!!!
    e che agli adulti è data una pena irrisoria rispetto alla ferita mortale inflitta a chi lo subisce, in qualche caso maschi da parte degli stessi maschi, piccoli grandi…
    proprio oggi leggo sul giornale che la moglie dello scrittore Salman Ruhsdie (non ricordo il nome) ammonisce il mondo che la ferita dello stupro lascia dolore e sofferenza per tutta la vita, mentre ci chiediamo se punire chi l’ha commesso anche dopo anni che questo è successo: chiaro?
    ho detto a chiare lettere: ergastolo subito per gli stupratori e senza indulgenze. andate a chiedere a chi l’ha subito e che lo dice nemmeno lo denuncia ma lo dice dopo anni che l’ha subito perchè trova la forza dopo una vita?
    guai a chi si azzarda ancora a trattare lo stupro come una notizia da leggere quotidianamente sul giornale come un fatto normale o mitologico che esiste dalla notte dei tempi.il mito l’hanno inventato i maschi.
    e analogo trattamento per quelle donne che si macchiano di molestie sessuali nei confronti di figlie e bambini e bambine come si legge molto più raramente in cronaca ma che pure esistono.
    il sesso è parte delle donne e dei maschi e molti non ci sanno avere a che fare. hai voglia insegnarlo come materia di apprendimento: parlatene professoresse autorevoli e guardatevi dentro prima di tutto e usate strumenti elevati e consoni.
    le parole dell’amore sono ancora tignare ficcare inculare fottere scopare e via citando. perchè non è vero? a tutti i livelli e in tutti i ceti. ecco perchè lo stupro è sempre all’ordine del giorno.
    Maria Lo Bianco

  2. silvana scrive:

    Cara Maria sono d’accordo su quello che scrivi ma voglio precisare che solo alla fine ,dopo quattro ore , la plateali era ridotta a quattro persone , perché invece siamo felici dell’affluenza che c’è stata e delle circa duecento persone presenti.

  3. Stefania scrive:

    Sono stata all’assemblea ed è stata molto interessante perché si sono proposti temi nei quali si metteva in evidenza il pericolo che corre la democrazia in tutto l’Occidente e nel nostro paese. Al di là della questione gravissima che riguarda lo stupro e che merita un’attenzione particolare, quello che mi è sembrato essere il “focus” della riunione è proprio il rischio concreto che la democrazia ceda a regimi autoritari e a sovranismi che caratterizzano le politiche della destra che ci governa. E’ anche vero che le donne presenti sono state moltissime, all’incirca 300, ma intorno alle 13,30 la platea si è naturalmente assottigliata. Speriamo che ci possano essere altri incontri nei quali si passi dalle parole ai fatti concreti.

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