Un altro me

11 ottobre 2018 di: Aurora Mulè

Vedete quell’ammasso sudicio e irsuto?
Quello sono io.
Mi chiamo Ron ma di solito non sono così, quello non è il vero me.
“Solo” è la parola che da anni a venire si addice perfettamente al mio modo di essere.
Passo giornate intere a fissare le pareti di camera mia e a rimuginare su quanto brutto è, essere me stesso.
Mi si gela il sangue a dirlo, ma in passato sono stato un uomo violento, incapace di controllarmi.
Ed è stato questo il fattore scatenante di una vita di solitudine.
Il fato mi strappò via i miei genitori, a causa di un incidente, quando avevo solo 5 anni.
Fin da piccolo ho sempre vissuto con i miei nonni paterni, che data la loro anziana età, mi concedevano delle “libertà” che magari non dovrebbero essere concesse a un bambino, durante la più tenera delle età.
E forse per questo motivo sono stato come “costretto” a crescere troppo in fretta.
Sono cresciuto troppo in fretta quando ho scoperto che non esistevano i draghi dei miei cartoni preferiti, né. Quando ho scoperto che in realtà la vita è un deserto pieno di polvere, esplosioni, morte e violenze.
Forse durante la mia innocenza qualcuno avrebbe dovuto spiegarmi che è la “NON-VIOLENZA” a distinguere l’uomo dalla bestia ed è proprio questo che mi sento adesso, una bestia, ma io non vorrei mai che mia figlia abbassasse gli occhi, solo se mi avvicino per accarezzarla, pensando che stia per darle uno schiaffo. 
In realtà, anche se “un uomo violento non cambia mai”, io ancora credo che la vita sia piena di momenti magici: quando incontro qualcuno e me ne innamoro, quando i bambini fanno qualcosa che mi stupisce, quando suono o semplicemente guardo una partita della mia squadra preferita.
Eppure sono qui a giocherellare con la trapunta grigia del mio letto e potrei morire in questo istante e non sentirei nulla, perché forse quei momenti magici io non sono più in grado di viverli.
Anche se, anni fa, ho odiato con tutto me stesso chi ha denunciato le mie violenze, oggi mi sento di ringraziarlo perché altrimenti non sarei ciò che sono adesso.
Oggi so, come una contraddizione a ciò che sono stato in passato, che una vita sprecata dietro la violenza, non è una vita degna di essere vissuta.

Ma oggi è già troppo tardi.

 

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