La difficoltà di orientarsi

24 novembre 2018 di: Magdalena Marini

È in atto nelle scuole italiane la fase di “orientamento” per indirizzare non solo le studentesse e gli studenti ma anche i genitori perché sostengano e affianchino i propri figli in una scelta che richiede conoscenza e consapevolezza. Non sempre, infatti, è così… Spesso la scelta della tipologia del corso di studi viene fatta in base a quella risalente a decenni prima o, semplicemente, per la vicinanza della scuola alla propria abitazione. Nella memoria dei genitori, spesso, esiste la scuola che hanno frequentato che, per ovvi motivi, non è più la stessa. Sono diversi i percorsi formativi, sono cambiate le modalità per affrontare attività didattiche ordinarie e integrative, sono state introdotte novità già sperimentate e iniziative di sperimentazione che hanno mutato profondamente il sistema scolastico rendendolo sempre più complesso. In uno stesso Istituto è possibile trovare diversi indirizzi (artistico, liceale, tecnico, professionale, sportivo, linguistico, socio-psico-pedagogico, informatico…). Nell’ambito dell’istruzione tecnica ci sono diverse tipologie di curricoli, derivati dalle innovazioni e sperimentazioni degli ultimi decenni: aeronautico, agrario, commerciale, per attività sociali, geometri, industriale, nautico, per il turismo. Una grande ricchezza di proposte, proprio come quella che ti si presenta in gelateria quando vorresti gustare un cono o una coppetta e ti trovi nell’imbarazzo di scegliere tra   crema, cioccolato, panna, come ai vecchi tempi, oppure stracciatella, pistacchio, nocciola, fragola, caffè, bacio, tartufo, ananas, tiramisù, pesca, limone, torrone, vaniglia, cocco e… alla fine non sai cosa scegliere. Oggi, poi, i media coinvolgono i ragazzi in iniziative legate al settore della ristorazione e della cinematografia. Ci sono scuole professionali per diventare futuri chef oppure operatori o attori nel mondo delle fiction televisive. Orientarsi vuol dire andare nella direzione giusta in base alle competenze di base acquisite, non trascurando le attitudini e predisposizioni naturali che caratterizzano ogni persona e, anche, tenendo conto delle legittime aspirazioni di ciascuno. Concludiamo con il consueto augurio che tutte le studentesse e tutti gli studenti italiani diano il giusto indirizzo al proprio percorso scolastico da seguire. Auspichiamo che la scelta scolastica promuova futura occupazione, inclusione sociale e crescita, secondo una prospettiva orientata verso obiettivi a lungo termine in una società in continua evoluzione.

 

4 commenti su questo articolo:

  1. Lia scrive:

    Se i genitori ritengono che i propri figli debbano avere dei successi sulla base di aspettative personali non li rendono autonomi, non attivano un reale processo di crescita coerente con le aspettative profonde dei ragazzi. Gli insegnanti riescono a cogliere quello che i ragazzi non dicono per insicurezza o perché “condizionati”. Bisognerebbe dare più fiducia a chi si occupa seriamente di orientamento scolastico.

  2. Marilina scrive:

    Purtroppo queste cose a noi docenti di media superiore sono molto chiare. Da noi, per esempio, vengono ragazzi che non immaginavano un professionale alberghiero così impegnativo. Ma, allora, quanti professori della scuola media, conoscono e sono realmente preparati sui percorsi scolastici che vanno a consigliare? Capisco la giungla di indirizzi, ma penso si possa e si debba fare di più, nell’interesse dei propri alunni.

  3. Vittoria scrive:

    Personalmente credo che la componente dei docenti preposti all’orientamento,opportunamente formata a riguardo, debba interagire in più occasioni con i genitori dei ragazzi per favorire quell’approfondita conoscenza delle aspirazioni e della propensione dei ragazzi che è assolutamente necessaria per iniziare una nuova, importante e formativa esperienza di studio.
    Iniziare con gli adeguati strumenti, da parte di ciascuno di noi, è sicuramente il primo passo verso quella che è la formazione onnicomprensiva dell’alunno che, se opera, opportunamente supportato e orientato, la scelta che più si addice alle sue propensioni , acquisisce sempre più maggiore consapevolezza di sé e dei suoi margini di miglioramento e potenziamento in quello che maggiormente suscita il suo interesse…
    Anche qui, noi “Educatori”(“Missionari”, oserei aggiungere…!) abbiamo una bella fetta di responsabilità….!!

  4. Gabriele scrive:

    L’ideale per la scelta delle scuole superiori sarebbe questo:

    3 anni di scuole medie (Secondaria di Primo Grado)

    1 anno di orientamento – dove si provano tutte le attività di ogni genere seriamente

    4 anni di liceo (Secondaria di Secondo Grado)

    Solo così lo studente si sentirà protagonista e direttamente interessato alla questione della “scelta del percorso”.

    Solo provando potrà dire: “Ok. Latino proprio no!” oppure “Diritto, mi piace!”.

    Avete mai scelto di comprare un vestito senza averlo mai visto? Non credo.

    Pace a tutti.

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