La natura non ci appartiene

7 novembre 2018 di: Sibilla Gambino

Come se non bastasse la politica del pressapochismo, il dilagare dell’ignoranza, il profondo senso di frustrazione che sta trasformando l’uomo in un animale che attacca tutto ciò che lo spaventa, ci si mette anche il clima.

Il nubifragio che ha colpito l’Italia e in questi giorni la Sicilia ha spazzato via persone, case, macchine. La furia del vento, della pioggia e del fango ha impresso  nei nostri occhi immagini d’apocalisse. Una fra  tante la villetta di Casteldaccia. Il proprietario piange davanti alle telecamere la morte dei figli e della moglie rimasti intrappolati tra le mura abbattute dalla piena del fiume Milicia. La casa era stata costruita a meno di centocinquanta metri dagli argini in un’area a alto rischio idrogeologico. La solita storia di abusivismo edilizio.

Inutili le dichiarazioni di allerta meteo e gli avvisi della protezione civile dei comuni e sindaci davanti all’imperizia e al dolo di costruttori e speculatori di morte. Sterile additare le istituzioni spesso colluse con mafia e camorra attraverso appalti truccati. Vano disquisire su funzionari farabutti, autocertificazioni di tecnici ultrasettantenni “che tanto non rischiano nulla“ su varianti urbanistiche quanto meno fantasiose o sulla filiera edilizia in nero: dai materiali alla manodopera all’assenza di investimenti riguardanti la sicurezza dei cantieri.

S’impone però un’ amara riflessione sul valore della vita umana. L’essere umano è diventato addendo da aggiungere o sottrarre al mero scopo di un tornaconto economico,  che rientra in un gioco voluto da noi. È l’uomo stesso che ha perso consapevolezza di sé e dell’ambiente in cui vive. Cementa fiumi, prosciuga laghi, abbatte foreste, trivella il sottosuolo. Inquina territori, mari, oceani, e l’aria che respiriamo.

È l’uomo, unico essere vivente che insozza,  mette in pericolo, distrugge il proprio habitat naturale. Convinto di migliorare il proprio futuro  condanna se stesso all’estinzione. La natura si ribella con ferocia e ristabilisce confini e limiti. Ci rammenta perentoria il nostro ruolo sulla terra. Ci rammenta che siamo solo di passaggio e niente ci appartiene.

1 commento su questo articolo:

  1. Piero scrive:

    Succinto ma ottimo articolo lo dovremmo leggere varie volte, dovremmo tenerlo in memoria.

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