Riflessione molto personale

7 dicembre 2018 di: Ornella Papitto

Inizia così: emerge dal racconto di un sogno che diviene un incubo e che prende le forme dell’angoscia mattutina e così mi chiedo quali potrebbero essere le origini, il terreno fertile per l’angoscia.

Ipotizzo sia l’indefinitezza; i confini non chiari, tutti da costruire che definiranno le azioni da intraprendere, sempre con coraggio, con tenacia.

L’angoscia origina da una paura, dal terrore del disorientamento. Dell’indefinito? Della staticità che è simbolo di “piaghe”, se non di “morte”?

Continuo con il cercare la risposta a quell’angoscia che, nella nostra Società, trova un alleato nella farmacoterapia, ma non basta.

Perché quell’angoscia rappresenta la spinta ad andare a fondo, alle radici del disorientamento, della paura, dello sgomento, dell’indefinito, della stasi.

Una persona può aiutarsi con il farmaco e tutto rimane dentro i confini del soggettivo, del personale e può chiedere correttamente l’aiuto, la collaborazione a chi ha scelto di accogliere, di ascoltare e di sostenere, rinforzare e rafforzare chi si ritrova, in un periodo della propria vita, nel buio dell’esistenza: si avvia così un confronto, un dialogo, una collaborazione e una cooperazione perché l’indefinitezza necessita di essere definita e necessita di azioni chiare, necessita di scelte e di responsabilità chiare, nette.

Tutto questo può essere una soluzione per l’individuo ma se assistiamo a leggi nazionali che hanno l’effetto di un ansiolitico per le paure o il terrore di molti, su altri scatenerà, invece, il disorientamento, le paure, le angosce, gli incubi.

Una Legge non può cercare di avere un effetto ansiolitico per alcuni e terrorizzante per altri ma, una Legge deve saper proteggere tutti i cittadini, deve essere “conveniente” per tutti (il meglio per tutti) e se l’effetto è quello di esporre alcune persone che avevano maturato alcuni diritti, privandoli anche dei doveri, quella stessa legge non include tutti i soggetti sul territorio ma esclude e l’esclusione determina una risposta negativa duplice: sulla persona e sulla Società, con prevedibili conseguenze “catastrofiche”.

La Legge che non include tutti, non solo espone le persone ai pericoli di devianza ma, espone la Società tutta alle conseguenze derivanti dall’azione angusta, mirata all’esclusione sia dei diritti

3 commenti su questo articolo:

  1. Sofia scrive:

    Scusa Ornella ma non riesco a capire quello che vuoi dire. Sicuramente percepisco un malessere, un senso di smarrimento, una tua personale amarezza ma credo che ci sia, soprattutto, una sottile sfiducia nei confronti di chi dovrebbe darti sicurezza e infonderti fiducia

  2. Ornella Papitto scrive:

    Cara Sofia, la sicurezza pubblica è un argomento che riguarda tutti e non solo l’individuo e quando una persona non si ritiene al sicuro, cerca soluzioni personali al fine di poter aumentare le proprie sicurezze (Fede, psicoterapia, farmaci…) ma, quando una Legge di carattere universale, confonde volontariamente leggi di “pubblica sicurezza” con leggi di sicurezza pubblica (Istruzione, Salute, convivenza, cooperazione, sviluppo, integrazione…) è evidente che siamo maltrattati come persone e come cittadini ed è un’angustia che non riguarda solo me ma tutti quelli che sanno osservare le differenze. ;-)
    Grazie Sofia per avermi offerto l’opportunità di avere potuto fare chiarezza.

  3. Accia scrive:

    Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me.

    Eterno, sempreverde Kant, ritorna !

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