Bohemian Rhapsody

17 gennaio 2019 di: Daria D'Angelo

Da qualche parte, nelle suburb londinesi, Freddie Mercury è ancora Farrokh Bulsara e vive con i genitori in attesa che il suo destino diventi eccezionale. Perché Farrokh lo sa che è fatto per la gloria. Contrastato dal padre, che lo vorrebbe allineato alla tradizione e alle origini parsi, vive soprattutto per la musica che scrive nelle pause lavorative. Dopo aver convinto Brian May (chitarrista) e Roger Taylor (batterista) a ingaggiarlo con la sua verve e la sua capacità vocale, l’avventura comincia. Insieme a John Deacon (bassista) diventano i Queen e infilano la gloria malgrado (e per) le intemperanze e le erranze del loro leader: l’ultimo dio del rock and roll.

Rami Malek ha interpretato al meglio il grande Freddie Mercury riuscendo in una missione quasi impossibile: reincarnare l’assoluto, dare vita a quel mostro di carisma e virtuosità che era Freddie Mercury. Pianista, chitarrista, compositore, tenore lirico, designer, atleta, artista capace di tutti i record (di vendita), praticamente uomo-orchestra in grado di creare e di crearsi. Un demiurgo che in scena non temeva rivali, che mordeva la vita, aveva la follia dei grandi e volava alto, lontano.
Apprezzabile e impeccabile il playback che ha richiesto un lungo lavoro di sincronizzazione del labiale. È sempre difficile mettere in scena la trasformazione di un musicista in icona. Quando si nasce a Zanzibar, si cresce a Bombay, si trasloca a Londra, si ha un’estensione vocale di quattro ottave e mani magiche, ci si chiama Farrokh Bulsara, discendente di un funzionario (indiano) britannico negli anni Quaranta, si è già per definizione un personaggio da romanzo, una sorte di moderno nipote di Kipling.

Il film, fortemente voluto e sorvegliato a vista dai membri restanti dei Queen, soprattutto da Brian May che ha certificato l’operazione, arriva meritatamente alla conquista del Golden Globe 2019 trasformando anche feste decadenti, ed eccessi leggendari  in esigenze di una personalità prorompente e umana, una forza trascinante che con il film “Bohemian Rhapsody” viene evocata trasmettendo una particolare energia ritmata che ci fa uscire cantando e credendo che davvero “show must go on”

 

1 commento su questo articolo:

  1. rita scrive:

    davvero bello, condivido

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