L’ingiustizia è uguale per tutti

30 gennaio 2019 di: Daria D'Angelo

Cinque anni, rispetto ai 14 della sentenza di primo grado, in Corte d’assisi d’appello, per Antonio Ciontoli, capofamiglia: derubricato il reato da omicidio volontario con dolo eventuale  a omicidio colposo. Confermate invece le pene a tre anni per la moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina, fidanzata di Marco, accusati di omicidio colposo. Assolta di nuovo Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli, anche lei in casa la sera della tragedia, accusata di omissione di soccorso.

Una sentenza che suona come una beffa per tutti.

“Uno Stato che consente di uccidere un suo ragazzo senza che, di fatto, i suoi assassini vengano puniti non è uno Stato di diritto ma è uno Stato in cui la giustizia oramai è morta e le Istituzioni non sono più un riferimento credibile per i cittadini. Metterò le bandiere della nostra città a lutto e invito i sindaci di tutta Italia a farlo in rispetto di Marco Vannini e dei tantissimi che come lui hanno perso la vita senza che lo Stato italiano gli riconoscesse giustizia”. Così in una nota il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, commenta la sentenza di oggi.
L’ingiustizia appare evidente, la solidarietà con una madre giustamente distrutta e disperata che urla contro lo Stato, è inevitabile, in questo caso. Tutto somiglia a un incubo, i disordini sono giustificati per una sentenza che non sembra seguire i principi di dignità e giustizia. Tante volte l’indignazione e le non sentenze hanno toccato il fondo, eppure esistono magistrati seri, bravi, impegnati e giusti, allo ra cosa manca, in Italia?

Il sistema giuridico è davvero un abisso che colpisce alla cieca, come una roulette russa, uccidendo il sentimento di profondo amore di una madre per troppa bontà di fronte ad un reo colpevole? Davvero tanti gli interrogativi. Certo è che la parola “ingiustizia” riecheggia in tutti noi, come negli animi dei genitori di Marco che vedono questi colpevoli praticamente assolti di fronte a un delitto grave come la morte assurda di questo giovane meraviglioso.

Una morte che al momento può essere considerata impunita.

 

 

4 commenti su questo articolo:

  1. simona mafai scrive:

    Cara Daria,
    dovevi ricordare i fattii accaduti, almeno per accenno.
    Non tutti (ed io neppure) ricordiamo tutte le atrocità (troppe!) che avvengono nel nostro paese.
    L’articolo bello, ma incompleto.
    Simona

  2. Agnese scrive:

    Ma per noi gentile Mafai che ricordiamo i fatti possiamo urlare” questa è un ordinaria ingiustizia”"

  3. Sibilla scrive:

    Inorridisce apprendere che la casa dei Ciontoli non sia mai stata messa sotto sequestro, impedendo le dovute indagini, rilevamenti e analisi del caso. Forse che il capo famiglia Ciontoli essendo impiegato al ministero degli interni -servizi segreti- goda di qualche “agevolazione” in più?
    Vergogna.

    • Daria DAngelo scrive:

      Purtroppo il dubbio su Ciontoli sfiora troppe persone me compresa.

      Una sentenza davvero raccapriciante !!!!!!!!

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement