Memoria tutta italiana

29 gennaio 2019 di: Sibilla Gambino

La memoria rende vigile la coscienza, ma occorre che sia obbiettiva. L’Italia ricorda solo ciò che gli fa comodo. Dimentica che tra le SS ci furono italiani. Dimentica che in Italia ci furono campi di concentramento, detenzione e smistamento: Fossoli (Modena), Greis (Bolzano), Ferrara, Borgo San Dalmazzo (Cuneo), Ferramonti (tanto per citarne alcuni). E dimentica che in Italia ci fu perfino un campo di sterminio, forno crematorio incluso: San Sabba (Trieste). Campi costruiti e diretti anche da italiani.

L’Italia si è dimenticata che i rastrellamenti sul suolo nazionale non erano solo di ebrei. Antifascisti, dissidenti politici, africani vittime della nostra campagna in Egitto, in Libia, in Tunisia, slavi vittime della occupazione fascista della Jugoslavia, gruppi etnici come greci e rom e omosessuali. Tutti rastrellati senza nessuna differenza. Gruppi “razziali” pericolosi perché indegni di sopravvivere nell’Europa nazi-fascista.

L’Italia non ha memoria degli orrori dei ghetti di Roma, Firenze, Genova, Venezia. Non ha memoria del Manifesto della razza firmato il 15 luglio del 1938 da Nicola Pende, professore universitario di endocrinologia e da altri nove eminenti professori universitari. Sembra aver cancellato le leggi razziali firmate da Vittorio Emanuele III il 5 settembre del 1938.

L’Italia dimentica o non conosce la storia. Non legge nell’attualità lo stesso razzismo, la stessa frustrazione, lo stesso odio.

Sgomberare i centri di accoglienza, chiudere i porti o censire i rom sono tutti atti persecutori. Escludere i figli di immigrati dalle mense scolastiche, dal servizio di scuolabus o creare classi separate ricorda tanto l’esclusione di bambini, ragazzi e uomini ebrei dalle scuole, dalle università, dalle attività commerciale e dagli impieghi pubblici sancito nell’art. 10 dalle leggi razziali del 1938. La revoca della cittadinanza agli immigrati ormai italiani a tutti gli effetti equivale all’art. 23 delle stesse leggi razziali.

Cosa succederà ancora? Sarà vietato il matrimonio misto? Ci sarà l’obbligo di annotazione razz iale nei registri dello stato civile?

Ricordare quello che siamo stati in grado di fare, di avallare o di tacere. Riconoscere le nostre colpe e fare in modo che non si ripetano. Questa è la memoria. Memoria che deve avere scolpito nelle nostre teste che non esistono razze ma uomini.

“Se comprendere è impossibile conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre”.

Primo Levi

3 commenti su questo articolo:

  1. Rita scrive:

    pure tanti intellettuali Tv, oggi come allora opportunamente guidati, minimizzano,
    distinguono, rassicurano che questa è tutta un’altra Storia….

  2. Francesca scrive:

    L’Italia che dimentica è quella che governa in questo momento e che perpetua la barbarie. L’italia civile , consapevole, informata non può dimenticare!! Faccio appello a quanti sostengono l’attuale governo di andare a rileggere la storia, quella italiana ed europea degli anni feroci del nazifascismo. Chi difende i 5 stelle ha dimenticato e dimentica che non sono “comunisti” (come certa sinistra sosterrebbe) ma fascisti anche loro perché complici delle stragi attuali. I complici non sono per questo meno colpevoli. Sono la stessa cosa. Appartengono alla medesima ideologia che ha deciso di usare la gente che sta in mare, in condizioni disumane, per i propri scopi elettorali e per interessi che nulla hanno a che fare con la civiltà e l’umanità. E’ il ben noto “popolo” che ha votato in massa i 5 stelle e la Lega che deve assumere consapevolezza di aver votato perché la barbarie si rinnovasse. Sarebbe il momento di capirlo!!.

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