Portieri, non poliziotti

17 gennaio 2019 di: Rita Annaloro

Ancora una volta il Ministro Salvini tenta ingenuamente di rassicurare i napoletani, che con il loro Sindaco non apprezzano il Decreto Sicurezza, promettendo l’invio di un contingente di poliziotti per arginare i sempre più allarmanti casi di criminalità, dalle sparatorie per strada alle bombe alle Pizzerie. Considera, tra l’altro, che questo provvedimento possa costituire una nuova risorsa per l’occupazione, convinto, evidentemente, dalle serie televisive che i buoni vincono sempre.

Ma non sarebbe meglio che emanasse un Decreto per l’assunzione di migliaia di portieri?

Altro che ronde padane, di bossiana memoria o telecamere di sorveglianza costose ed eludibili: un  portiere che si rispetti conosce la gente del quartiere da generazioni, compresi i clienti dei negozi, i loro orari e le abitudini, impara presto ciò che serve a tutti e potrebbe offrire informazioni preziose, se incentivato. Certo, bisognerebbe incentivarli, ma anche i Borboni si servivano di spie e delatori per il controllo del territorio, e se, assieme al controllo dello stabile,  il Portiere collaborasse anche con il Sevizio Postale e l’Assistenza agli Anziani, risparmieremmo anche su quel versante. Francamente, preferirei investire i miei soldi in questo servizio di pubblica utilità anziché in nuovi cani poliziotto messi a fiutare piste, più o meno scientifiche, in tutte le città.

E poi, vuoi mettere il profumo invitante di ragù e frittelle che spesso aleggia nelle portinerie?

Aria di casa, confort, sicurezza, appunto.

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