Milano si muove e indaga le ferite del pianeta

9 marzo 2019 di: Carlotta Bertini

Milano si butta a capofitto nell’intento preciso di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sostenibilità climatica tramite un grande evento che si tiene ogni tre anni. La Triennale appunto. Nata nel 1923 a Monza e nel ’33 spostata a Milano,è improntata  a tutte le forme di espressione creativa legate alla evoluzione sociale e imprenditoriale. Quest’anno la XXII edizione dell’Esposizione Universale riguarda l’ambiente, il titolo è Broken Nature: Design takes on Human Survival (Natura Spezzata: Il Design si occupa della sopravvivenza umana). Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato l’apertura, accanto all’Architetto Stefano Boeri che presiede la manifestazione, il Sindaco di Milano Beppe Sala ha presentato il nuovo Urban Center, luogo di confronto e d’incontro con i milanesi finalizzato ad attivare dibattiti che alla luce delle riflessioni portino al “fare”. In questo senso il sindaco offrirà il 15 marzo, giornata di sciopero per l’ambiente degli studenti , che si collegherà a quello globale già fissato dal movimento europeo guidato da Greta, la ragazzina svedese  con le trecce, l’ingresso e la visita gratuita ai ragazzi, che meglio e prima dei governi nullafacenti hanno compreso l’impellenza delle problematiche ambientali, focus:  il preoccupante surriscaldamento del pianeta.

La Triennale di Milano, che si potrà visitare dal primo marzo al primo settembre 2019, pone una seria domanda su come possiamo restituire alla sfera naturale quanto sottratto e come la cultura del progetto potrebbe intervenire. La natura è spaccata, così recita il titolo della XXII edizione della manifestazione, compromessa dall’uomo che con lo sfruttamento intensivo di giacimenti, disboscamenti devastanti, ribaltamenti di corsi fluviali, sta precludendo un futuro vivibile. Broken Nature è composta da più di cento opere e installazioni che arrivano da oltre 20 paesi di tutti e cinque i continenti: sculture videoinstallazioni, immagini. In alcune aree l’impressione è quella di un museo di storia naturale del futuro così la curatrice Paola Antonelli si è espressa.Un’installazione racconta in musica la fine della vita di una stella, a poca distanza uno studio dell’impatto dei fiori di loto su un ecosistema, più in là una scultura di “Creature ibride umano-animali che si abbracciano “ e una fatta con alghe. Si può sentire il profumo di un fiore estinto “ricreato” o ascoltare “The great Animal Orchestra”, suoni raccolti in ore e ore di registrazioni. Scoprire come un uomo “ha cercato di diventare una capra” per sfuggire all’angoscia dell’essere umano, passando tre giorni con una mandria di capre, progettando per l’occasione apposite protesi per stare a quattro zampe. Un grande spazio separato è dedicato alla “Nazione delle piante” presentata con una sua bandiera e costituzione, come possibile soluzione ambientale. The  la prima opera che si vede iniziando la visita, è una installazione complessa composta da un arazzo di dati che mostra i cambiamenti dell’ambiente nei secoli e come ancora stia cambiando e come cambierà guardandoli da diversi punti di vista:  natura, universo, regno animale, società, felicità, scienza e tecnologia.

2 commenti su questo articolo:

  1. Maria Tripi scrive:

    tutto quello che succede altrove ecco quello che mi piace di Mezzocielo

  2. Carla Germani scrive:

    Borges scriveva: “”All’allievo che gli chiede se esiste il Paradiso, il maestro Paracelso risponde che il Paradiso esiste ed è questa nostra Terra. Ma esiste anche l’Inferno, e consiste nel non accorgersi che viviamo in un Paradiso”.
    Il destino della terra dev’essere nel pensiero di tutti.

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