Rileggendo “Seta”

1 marzo 2019 di: Carlo Bagnara

A volte accade.

A me è accaduto !

Stavo riordinando uno scaffale di una mia libreria e notavo che un piccolo volume sporgeva un po’ rispetto agli altri, ho tentato di metterlo a posto ma non ci sono riuscito.

Non mi è rimasto che tirarlo fuori e vedere di cosa si trattava.

Era ” SETA”, di Alessandro Baricco.

In copertina vi era un geroglifico, ovviamente incomprensibile, probabilmente giapponese.

L’ho aperto ed ho visto che era stato edito da Rizzoli. La prima edizione nel febbraio del 1996,la seconda nel marzo dello stesso anno e così a seguire con una o più edizioni nello stesso mese, fino a quella che  era la quindicesima edizione,   del luglio 1996.

Non ricordavo di aver letto, ma la curiosità di un libro con tante edizioni, in così poco tempo, mi spinse a rileggerlo.

E’ la storia di Hervé Joncour, un ragazzo di 32 anni che viveva in un piccolo paesino, in Francia, la sua attività era quella di compratore e venditore di bachi da seta !

Hervè Joncour comprava le uova in Siria ed in Egitto, ove conosceva alcuni produttori capaci d’aver materiale idoneo alla produzione di seta di ottima qualità.

Tutto cambiò quando l’epidemia di pelbrina (malattia infettiva non combattibile) si diffuse in tutto il mondo e rese le uova inservibili, tranne che in Giappone, ma il Giappone vietava l’ingresso agli stranieri, pena la morte.

Il libro descrive deliziosamente i viaggi del nostro eroe e le mille peripezie da lui incontrate.

A questo punto mi atterrò ad una regola che ritengo fondamentale.

Un libro non si deve raccontare. Leggerlo è compito del lettore !

Noi possiamo accennare ad alcuni avvenimenti che riteniamo fondamentali .

Il resto è fatto di meravigliosi, minimi sguardi tra i protagonisti e noi ne siamo rimasti incantati spettatori.

ll tutto si svolge in Giappone, paese enigmatico per antonomasia, dal quale si torna (come è accaduto a me), con la scomoda sensazione di   non aver capito molto.  La lettera, elemento importantissimo, tra chi l’ha scritta e chi la leggerà, è l’elemento chiave; noi ne segnaliamo l’esistenza.al lettore capirla, decifrarla.

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