Notre Dame: Europa

16 aprile 2019 di: Claudia Pedrotti

Le immagini di Notre Dame in fiamme, ieri 15 aprile 2019, rimandate dalla televisione in tempo reale e che, a pochi minuti dallo scoppio dell’incendio, già avevano avviluppato la guglia centrale e il tetto, hanno determinato uno sgomento indicibile. Le uniche parole che da quel momento hanno risuonato ossessivamente dentro di me sono state: “Brucia Notre Dame”.

Lo stesso sgomento provato per l’incendio del Petruzzelli o della Fenice, per la distruzione di Palmira o per quella dei grandi Budda in Afganistan.

Un colpo al cuore delle nostre radici più profonde, quelle di un sapere che ci ha formati/e e che parte dalle origini della nostra storia comune e condivisa. Una storia nata nel nostro continente europeo e che accompagna  profondamente ed inspiegabilmente, fin dalla nascita, ognuno/a di noi.

L’Europa è un continente di terre emerse delineatosi a seguito dello scontro di due placche tettoniche e che dagli insediamenti dei “Villanoviani” e di tutte le popolazioni di origine indoeuropea, tanto a nord che a sud, ha sviluppato una civiltà che si è affinata e definita nei millenni con la produzione di un pensiero che pian piano, ma inesorabilmente, ci ha portato a formulare i concetti fondanti del nostro vivere civile; principi irrinunciabili del rispetto dell’essere umano e del rifiuto della guerra.

Il Manifesto di Ventotene, pensato nel pieno del secondo conflitto mondiale che è scaturito dallo scontro fra Stati guidati da dittature sanguinarie, si è ispirato proprio a quei principi irrinunciabili formulati e affinati a partire dai Greci, passando per Roma e arrivando all’incontro con le popolazioni del nord.

Tutti questi popoli provenienti da tutte le parti del continente pur con le loro particolari identità, hanno creato una storia condivisa dell’Europa, quella storia che studiamo fin dai primi anni di scuola che ci ha permesso di apprezzare, creare, perseguire, tutelare la cultura e che ha prodotto non solo un immenso patrimonio di bellezza con le sue opere  d’arte, ma il pensiero di riconoscerle e tutelarle insieme ai popoli che le hanno prodotte, in tutte le parti del mondo.

La grande idea dell’Europa è questa ed è diversa da quella della costruzione politica di una Unione Europea che è ancora troppo recente per ritenere raggiunto il suo scopo.

Il rogo della grande Cattedrale, simbolo della cultura europea, con le sue fiamme svettanti verso l’alto come la sua struttura gotica, inducono tutti e tutte alla riflessione e alla conferma dei nostri principi irrinunciabili.

3 commenti su questo articolo:

  1. Patrizia scrive:

    Fa piacere che anche mezzocieĺo parli di una tragedia che colpisce tutti al cuore. È interessante l’idea che emerge dall’articolo, di un’Europa che ha costruito la civiltà nella quale ci riconosciamo e che oggi le derive sovraniste mettono in pericolo. Brava Claudia Pedrotti che lo sottolinea.

  2. Stefania scrive:

    Triste risveglio. Speriamo in una pronta ricostruzione della indimenticabile Cattedrale a cui ci legano sentimenti di appartenenza europea ma anche sentimenti personali legati al luogo in sé, al di là della sua sacralità, e al lungo Senna. Mi sento molto vicina al popolo francese.E

  3. Laura scrive:

    IL confronto con l’incendio del Petruzzelli e della Fenice, la distruzione di Palmira e dei Budda in Afganistan, è calzante nel senso che fa pensare ad un incendio ad opera di terroristi. Anche se al momento viene escluso, a me resta qualche dubbio.
    IL tempo forse ci darà la verità.

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