I nostri auguri

24 dicembre 2019 di: Francesca Traina

Sappiamo forse poco per spezzare parole al vento di dicembre o forse sappiamo troppo per parlare ancora ed inventarci nuove ogni mattina per affrontare la fatica della vita. Quali parole sappiamo diverse – da quelle negli anni ripetute – per dire alla speranza, al desiderio, al sogno, alla vita … che tenacemente resistiamo nell’atto di dolore d’una deriva planetaria? La banalità potrebbe esprimere semplici auguri per il Natale che si appresta, per l’anno che si annuncia tra il nuovo e il già noto, già dato, già detto. Non si può augurare e sperare che tutto cambi, perché che cambi tutto dipende da noi e da noi soltanto.

Così affidiamo alle parole scritte da Anna Maria Ortese nel 1980 quanto noi non avremmo saputo dire meglio. Nelle sue parole c’è il senso che non è il comune senso del bacio sotto il vischio, del cenone di chi può sedere ad una tavola imbandita, ma è il nostro senso, quello che – fuori dal solco della tradizione – vorremmo dare a questi giorni:

…Noi, oggi, temiamo la guerra e l’atomica. Ma chi perde ogni giorno il suo respiro e la sua felicità, per consentire alle grandi maggioranze umane un estremo abuso di respiro e di felicità fondati sulla distruzione planetaria dei muti e dei deboli, può forse temere la fine di tutto? Quando la pace e il diritto non saranno solo per una parte dei viventi, e non vorranno dire solo la felicità e il diritto di una parte e il consumo spietato di tutto il resto, solo allora, quando anche la pace del fiume e dell’uccello sarà possibile, saranno possibili, facili come un sorriso, anche la pace e la vera sicurezza dell’uomo… Vi auguro un buon giorno di pace e di comprensione. La vita è più grande di tutto, ed è in ogni luogo, e da tutte le parti – proprio da tutte le parti – chiede amicizia e aiuto. Non chiede che questo. E il valore di ogni buona risposta è immenso, se anche non dimostrabile. Amate e difendete il libero respiro di ogni paese e di ogni vita vivente…È tutto, il respiro. È Dio stesso; ed è la cultura quando non fine a se stessa; quando d’un tratto – voi non lo sapevate che era anche questo – solleva e trasporta i popoli, come fa a volte, con le confuse onde del mare, un gran vento celeste.

2 commenti su questo articolo:

  1. Antonella scrive:

    In questi primi giorni del 2020 abbiamo già parlato, commentato, criticato, sproloquiato, inviato messaggi tutti uguali, privi di fantasia, di contenuti reali….buonisti a dir poco. Una cosa voglio dire. La rateazione di Papa Francesco alla strattonata della signora che richiamava la sua attenzione è stata più vera e realistica di tante parole a vanvera. Ribellarsi agli eccessi serve a far riflettere. Auguriamoci tutti di mantenere il giusto equilibrio….da adulti consapevoli del proprio ruolo. Buon anno

  2. Antonella scrive:

    Papa Francesco ha chiesto scusa per il momento di tensione di ieri in Piazza San Pietro. Reazione e tensione si sono fusi in rateazione nel commento scritto in fretta. Colpa dei refusi da strumenti tecnologi. Ancora auguri…

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