storie di donne, tra amore e disamore
Dopo la pubblicazione di “La bambina e il sognatore”, Dacia Maraini torna alle “sue donne”. Ci propone, cioè, una storia dove le protagoniste sono tre donne, tre generazioni a confronto e forzatamente conviventi.
“Tre donne. Una storia d’amore e disamore” edito da Rizzoli, vede, infatti, convivere e scontrarsi una nonna tutt’altro che convenzionale, una madre romantica e un po’ all’antica e una figlia sedicenne più legata alla nonna che alla madre poiché la vede lontana dal suo mondo, mentre la nonna sessantenne le appare più solidale e comprensiva. Gesuina, la nonna, ex attrice, non disdegna alla sua età qualche avventura con uomini più giovani di lei ed è legata ad un fornaio che intende il sesso fatto solo di baci e nel retrobottega avvengono i loro fugaci incontri clandestini. Questa nonna sopra le righe mantiene in buona parte tutta la famiglia facendo iniezioni a domicilio poiché la figlia Maria con le sue traduzioni non guadagna tanto da poter vivere per conto suo con la giovane Lori, che studia e intrattiene una relazione con un ragazzo, Tulù.
Le tre donne hanno ognuno a modo suo uno stretto rapporto con la scrittura o meglio con la parola: Lori tiene un diario che conserva gelosamente in un buco fatto in una parete della sua camera e occultato da un quadro; Maria, oltre a fare traduzioni (la troviamo affaticata dietro le pagine di Madame Bovary) intrattiene una fitta corrispondenza cartacea con un bel francese, François, con cui ha da tempo una relazione; Gesuina, invece, preferisce il registratore per annotare ciò che succede a lei e alla famiglia tutta. Il precario equilibrio che regola la quotidianità di queste tre donne in un rapporto di odio-amore, si infrange dolorosamente quando François si presenta a casa prima di Natale. Con la figura di questo francese irrompe nel racconto qualcosa che le tre donne non avevano tenuto in considerazione: il desiderio sessuale che fino a quel momento si è mostrato soltanto banalmente e con poca forza nella sgangherata vita amorosa di Gesuina e nella relazione giovanile di Lori e Tulù. Quella che pagherà il prezzo più altoçsarà Maria, perché sempre in bilico tra realtà e fantasticherie. Gesuina ne uscirà indenne grazie al suo modo di vivere un po’ bislacco ma profondamente ancorato a questo mondo. Lori archivierà la sua adolescenza in modo traumatico e con sensi di colpa nei confronti della madre, scoprendo finalmente cosa vuol dire essere consapevoli e quanto sia errato il suo ragionamento di sedicenne inesperta e confusa mentre, per contro, quanto sia giusto il modo di pensare di sua nonna: «Io dico che il corpo prende e fa per conto suo e lei crede invece che il corpo è regolato dal cervello e il cervello deve avere la precedenza sulle voglie».
Ma il romanzo alla fine si apre alla speranza e, forse, dopo la tragedia ci sarà un giorno migliore per tutti.
grazie della segnalazione, amo molto la scrittura della Maraini e questo nuovo romanzo suona interssante
E’ la mia scrittrice preferita. Questo ultimo è un romanzo originale e bello, da leggere e rileggere. La scrittura di Dacia Maraini è un punto di riferimento importante, sempre pieno di verità e capacità di comunicare.
Peccato che a palermo non abbia avuto la possibilità di vedere i suoi lavori teatrali….tranne una sola volta negli anni novanta.
maria