storie di donne, tra amore e disamore

25 marzo 2018 di: Anna Trapani

Dopo la pubblicazione di “La bambina e il sognatore”, Dacia Maraini torna alle “sue donne”. Ci propone, cioè, una storia dove le protagoniste sono tre donne, tre generazioni a confronto e forzatamente conviventi.

“Tre donne. Una storia d’amore e disamore” edito da Rizzoli, vede, infatti, convivere e scontrarsi una nonna tutt’altro che convenzionale, una madre romantica e un po’ all’antica e una figlia sedicenne più legata alla nonna che alla madre poiché la vede lontana dal suo mondo, mentre la nonna sessantenne le appare più solidale e comprensiva. Gesuina, la nonna, ex attrice, non disdegna alla sua età qualche avventura con uomini più giovani di lei ed è legata ad un fornaio che intende il sesso fatto solo di baci e nel retrobottega avvengono i loro fugaci incontri clandestini. Questa nonna sopra le righe mantiene in buona parte tutta la famiglia facendo iniezioni a domicilio poiché la figlia Maria con le sue traduzioni non guadagna tanto da poter vivere per conto suo con la giovane Lori, che studia e intrattiene una relazione con un ragazzo, Tulù.

Le tre donne hanno ognuno a modo suo uno stretto rapporto con la scrittura o meglio con la parola: Lori tiene un diario che conserva gelosamente in un buco fatto in una parete della sua camera e occultato da un quadro; Maria, oltre a fare traduzioni (la troviamo affaticata dietro le pagine di Madame Bovary) intrattiene una fitta corrispondenza cartacea con un bel francese, François, con cui ha da tempo una relazione; Gesuina, invece, preferisce il registratore per annotare ciò che succede a lei e alla famiglia tutta. Il precario equilibrio che regola la quotidianità di queste tre donne in un rapporto di odio-amore, si infrange dolorosamente quando François si presenta a casa prima di Natale. Con la figura di questo francese irrompe nel racconto qualcosa che le tre donne non avevano tenuto in considerazione: il desiderio sessuale che fino a quel momento si è mostrato soltanto banalmente e con poca forza nella sgangherata vita amorosa di Gesuina e nella relazione giovanile di Lori e Tulù. Quella che pagherà il prezzo più altoçsarà Maria, perché sempre in bilico tra realtà e fantasticherie. Gesuina ne uscirà indenne grazie al suo modo di vivere un po’ bislacco ma profondamente ancorato a questo mondo. Lori archivierà la sua adolescenza in modo traumatico e con sensi di colpa nei confronti della madre, scoprendo finalmente cosa vuol dire essere consapevoli e quanto sia errato il suo ragionamento di sedicenne inesperta e confusa mentre, per contro, quanto sia giusto il modo di pensare di sua nonna: «Io dico che il corpo prende e fa per conto suo e lei crede invece che il corpo è regolato dal cervello e il cervello deve avere la precedenza sulle voglie».

Ma il romanzo alla fine si apre alla speranza e, forse, dopo la tragedia ci sarà un giorno migliore per tutti.

 

2 commenti su questo articolo:

  1. Rita Annaloro scrive:

    grazie della segnalazione, amo molto la scrittura della Maraini e questo nuovo romanzo suona interssante

  2. maria lo bianco scrive:

    E’ la mia scrittrice preferita. Questo ultimo è un romanzo originale e bello, da leggere e rileggere. La scrittura di Dacia Maraini è un punto di riferimento importante, sempre pieno di verità e capacità di comunicare.
    Peccato che a palermo non abbia avuto la possibilità di vedere i suoi lavori teatrali….tranne una sola volta negli anni novanta.
    maria

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